lunedì 4 dicembre 2017

INTERVISTA A MONICA PECCOLO



Ciao Monica, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Grazie a te, Linda, per la tua ospitalità. Vivo a Livorno, in Toscana, città di mare che mi regala un clima e dei tramonti stupendi. Non vivo di scrittura, purtroppo, per cui ho un lavoro part-time come libero professionista. Ho una famiglia tutta immersa nell’arte, il che mi fornisce quotidiani stimoli di bellezza e ispirazione, oltre alle innumerevoli letture.
Nonostante abbia superato gli “anta” mi dedico ancora all’altra mia grande passione dopo la scrittura. Insegno e pratico una particolare danza, ispirata alle tradizioni gitane, un ballo che aiuta le donne a valorizzarsi e a riscoprire parti dimenticate del proprio essere femminile. Vederle muoversi in armonia con se stesse, dopo qualche mese di pratica, è una grande soddisfazione ogni volta.

Quando si è accesa in te la scintilla della scrittura?

Potrei dirti che ho sempre scritto e avuto una certa “predisposizione”, ma non le ho mai dato importanza, presa dagli studi di tipo tecnico e poi dal lavoro. Nella prima era di internet, quando esistevano i fanforum, si scrivevano le fanfiction, storie ispirate a libri, film, serie tv. Quello che postavo riscuoteva del consenso e mi dava soddisfazione, e poi ho iniziato a creare storie completamente mie. Da lì, i primi corsi di scrittura, una vera palestra di allenamento, i primi invii alle case editrici, fino a oggi.

Di te dichiari: ‘Sogno di viaggiare “come una volta”, con tempi lenti e parecchie fermate nel mezzo’.  Quanto il viaggio ti è d’ispirazione?

Moltissimo. Che sia un viaggio effettivo, in Italia o all’estero, o mentale, attraverso le letture, è sempre un mezzo di conoscenza e uno stimolo a misurarsi con qualcosa di diverso da se stessi e dalla quotidianità e questo mi spinge a riflettere, a confrontarmi, a darmi lo spunto per nuove storie. Aromi e profumi che senti solo in certi luoghi del mondo, colori, sensazioni, paesaggi, ritmi di vita: tutto quello che riempie l’animo di una persona e lo arricchisce poi trova la necessità di uscire in qualche modo e per me questo processo avviene attraverso la scrittura.

Chi sono i tuoi autori preferiti e quanto c’è di loro nei tuoi testi?

Questa è una domanda difficile perché l’elenco è lunghissimo: mi appassiono di tutti gli autori che leggo. Soprattutto da quando scrivo, trovo in ognuno qualcosa da imparare o da ammirare. Farei prima a elencare quelli che non mi sono piaciuti ma non è carino. Provo a farti un elenco degli ultimi che ho letto: Tolstoj, Foer, Murakami, Yoshimoto, Hardy, Atwood, Meyer, Morton, Simons. Generi letterari diversi che spaziano in ogni direzione. Non cito gli italiani, ma ne leggo molti.

Esordisci nel 2012 con “Il senso interno del tempo”. Daccene un assaggio.

È la storia di una seconda occasione, di un’amicizia speciale lasciata in sospeso, ma che non si è mai sopita nel corso degli anni. Di due persone appassionate del loro lavoro in ambiti differenti che, in modo opposto, vivono intensamente la vita. Nathan ed Eva si ritrovano, si innamorano un po’ troppo inaspettatamente, si spaventano di questo sentimento così forte, travolti da una serie di circostanze legate alle persone più care a loro vicine. Reagiscono a questi problemi della vita in modo diverso, prendendo ognuno una decisione in base al proprio sentire, come accade nella realtà.

Nel 2014 esce “Il senso del nostro amore”. Di cosa si tratta?

La storia di Eva e Nathan procede incastrandosi con quella del fratello di lui, James, reduce da un incidente stradale; rimasto paraplegico, vuole tornare alla sua vita normale, con tutte le difficoltà pratiche ed emotive della sua situazione. È un libro dalle molte rinascite. Un passaggio all’età adulta dei personaggi che non fanno sconti al loro passato ma lo affrontano per poter andare avanti e costruirsi una propria felicità.
La duologia di Nathan ed Eva è una lunga storia d’amore: romantica, passionale, ironica, riflessiva. Ci sono tanti spunti di pensiero per le tematiche affrontate, sempre in modo delicato, ma in un contesto di intrattenimento (spero) piacevole.

Hai pubblicato anche diversi racconti. Romanzo Vs. Racconto, chi la vince?

Da lettrice non amo particolarmente i racconti perché mi lasciano sempre insoddisfatta per la loro brevità. Tutti i racconti che ho scritto e pubblicato mi sono stati richiesti per alcune antologie. Devo dire, però, che spesso alcune idee sono veramente delle immagini o dei “quadri di scrittura” come li chiamo io nella mia testa, che effettivamente si esauriscono nella breve sintesi di un racconto e sono sufficienti così.
Da autrice, invece, mi piace più confrontarmi con la lunga distanza perché, ovviamente, permette un approfondimento maggiore dei personaggi e della storia.

Nel 2017 esce “Niente è come sembra”, cosa troveranno i lettori al suo interno?

Troveranno una novella, o romanzo breve comunque lo si voglia chiamare, e due racconti che erano usciti nelle antologie digitali di Ewwa (European Writing Women Association), associazione di scrittrici di cui faccio parte, che ho voluto riproporre per dare un’altra visione della mia scrittura.
Dopo la duologia, piuttosto impegnativa, mi è piaciuto cambiare confrontandomi con più generi di scrittura. "Niente come sembra", che dà il titolo al libro, è una novella appartenente al genere rosa crime. Abbiamo una storia d’amore, anzi due, e un mistero molto fitto da svelare pagina dopo pagina. Naturalmente, com’è nel mio stile, non mancheranno degli spunti di riflessione sulla nostra quotidianità.
"Baci di piombo" è un piccolo quadro sull’adolescenza negli anni ’70: un periodo affatto facile per il nostro paese, che influenzava molto la nostra vita. I problemi degli adolescenti esistevano già, sì, ma a differenza di oggi non avevano ancora una denominazione e un’attenzione da parte degli adulti.
"Eden amaranto" è racconto storico, un omaggio alla mia città e a uno dei suoi cittadini più importanti, il Maestro Pietro Mascagni, descritto in un contesto molto personale e intimo.


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Qual è stato l’input per questo libro?

L’idea è partita da un compito in uno dei primi corsi di scrittura che ho fatto. Lo studio di un personaggio e la sua caratterizzazione. La sfida era quella di scriverne uno il più lontano possibile dal nostro protagonista ideale. Così è saltato fuori il codice fiscale da cui partire per caratterizzare Maria Stella e tutto quello che poteva incontrare nel suo percorso per arrivare alla fine della storia.

Progetti in cantiere?

Ne ho diversi in corso che spaziano su molti fronti. Due storici, romanzi importanti che stanno richiedendo molta ricerca e documentazione. Un distopico new adult, che probabilmente diventerà una duologia perché la storia si sta evolvendo molto bene. E non escludo nemmeno di riprendere in mano la prima duologia perché i personaggi continuano a dirmi che hanno ancora qualcosa da raccontare. Per adesso, però, la priorità è per gli altri progetti.

È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Grazie a te, per l’interesse e la disponibilità. E complimenti per il tuo lavoro di promozione delle autrici italiane. Buona scrittura anche a te.

Per seguire  Monica   MONICA PECCOLO

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