lunedì 27 febbraio 2017

Le autrici EWWA - INTERVISTA A LINDA LERCARI



Ciao Linda, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Salve, grazie dell'accoglienza e un saluto a tutti coloro che stanno leggendo in questo momento.  Anche se questa è una zona “virtuale” mi sento emozionata come se fossimo dal vivo. Internet, per questo, è un mezzo favoloso. Di me, infatti, non ho una concezione legata al territorio in cui vivo. Abito vicino Pisa, ma sin da bambina ho dovuto traslocare spesso per il lavoro di mio padre nella Marina Militare, quindi ritengo che il Mondo sia la mia casa. Ho gli stessi anni dei gatti in fila per sei col resto di due e mi piace imparare sempre cose nuove. La curiosità mi spinge costantemente e mi sprona a studiare e a gustare i mille aspetti che la vita ha da offrire. Ogni mio sforzo, però, è dedicato alla scrittura. Qualsiasi azione io compia è sempre finalizzata a migliorare le mie storie e a renderle più corpose e interessanti: per questo pratico un'arte marziale e recito in teatro.

Quando hai deciso di impugnare carta e penna e dedicarti alla scrittura?

Non è stata una vera e propria decisione, ma la prosecuzione delle storie che scrivevo nei temi scolastici. Mettere su carta quello che pensavo è sempre stato naturale, poi, più o meno nel 1989, ho cominciato a scrivere racconti brevi. Il primo in assoluto era ispirato al tema della “maschera e volto” tanto caro a Pirandello.  Se penso che per anni ho utilizzato una macchina da scrivere... Un'Olivetti a carrello lungo pesantissima. Adoravo quella macchina. Anche adesso potrei chiudere gli occhi e percepire il suono dei tasti e il cicalino di fine corsa.

Pratichi l’arte marziale del Kendo. Parlaci di questa passione.

Mio marito ha cominciato ad allenarsi nel 1998 e io sono sempre stata affascinata da quella disciplina, ma anche spaventata dal sacrificio e dalla costanza che essa impone. Nel 2011 decisi di provare perché sentivo che avevo bisogno di qualcosa che indirizzasse la mia energia, che “incanalasse” la mia troppa irruenza. Ho conosciuto un mondo fatto di rispetto e di onore, una dimensione dove il coraggio viene coltivato e si capisce quali siano i propri limiti e come superarli.  E' un'arte, un'arte marziale, per me necessaria le processo di scrittura. Da quando pratico il Kendo ho la mente più serena e le idee più chiare su quello che voglio scrivere. Meditazione, azione fisica, tutti elementi necessari. Scrivo di quello che provo sulla pelle, scrivo di samurai perché mi trovo ad affrontarli di persona. Quando mi allaccio le protezioni tradizionali e respiro l'aria satura di concentrazione mi rendo conto che è come se noi tutti, allenandoci, stessimo scrivendo una storia. La spada è la penna: chi uccide di più?

Sei stata attrice della compagnia Next Artists di Viareggio,  specializzata in testi di Shakespeare rigorosamente in lingua originale; hai partecipato a vari corsi di  prestigio e fai parte del TOF (Testo Originale a Fronte) e di un gruppo di scrittori satirico-noir chiamato ‘I Nove Facoceri’. Cosa rappresenta per te l’arte e la recitazione in particolare?

Ciò che mi affascina è il testo. Mi piace immergermi nelle battute e pensare a cosa realmente esse vogliano significare. La sfida maggiore è stata confrontarmi con le parole inglesi. Per più stagioni sono stata un Rosencrantz disilluso e amareggiato dalla follia di Amleto, ma mi sono divertita a giocare con il ritmo cambiando il rapporto coi vari personaggi/attori. In questo i testi di Shakespeare sono formidabili grazie alle rime, alle assonanze e alla cura in ogni parola. Anno dopo anno ho persino elaborato una teoria tutta personale su Amleto, ma non vorrei annoiarvi con le mie elucubrazioni.   Con il TOF lavoriamo tantissimo sul testo poetico. Passiamo serate intere discutendo su temi comuni e cercando quale sia la lettura migliore attenendoci alle istruzioni metriche degli autori. Di tanto in tanto siamo anche grandi fantasisti.  I Nove Facoceri,  invece, sono un gruppo di scrittori nato dal sito 20lines, con loro ogni racconto diventa uno spasso fra satira e e trovate che hanno dell'onirico.  Ecco, tutto questo è l'arte. L'arte è il vivere ogni sensazione tentando di condividerla con prossimi o sconosciuti riproducendo quello che si prova, ma dandogli una forma nuova, quasi solida, affinché essa venga assaporata. La recitazione è far provare i miei sentimenti, i sentimenti del personaggio, a chi mi sta guardando creando una sorta di empatia.

Esordisci nel 2012 con la silloge  “Il vecchio e il nuovo: cinismo, scetticismo e veganesimo”, successivamente tradotto in giapponese. Perché la poesia?

Non ricordo un solo giorno della mia vita in cui non abbia scritto qualche verso.  Se i primi lavori strutturati sono stati dei racconti posso comunque affermare che scrivere poesie mi ha sempre accompagnata in ogni fase della mia esistenza. Ho cominciato a perfezionare lo stile solo in tempi recenti, soprattutto dedicandomi a un maggiore studio della metrica. La poesia ha regole e strumenti ben precisi che voglio e devo padroneggiare di più. Inoltre ci sono emozioni che posso esprimere solo così. Persino nel mio romanzo storico mi sono aiutata con dei componimenti poetici per sottolineare certi concetti.

Nel 2014 pubblichi alcune sillogi e il romanzo gotico “Vittima Immortale”. Daccene un assaggio.

Molto volentieri.

[...] Guardò Samuel e fu come se lo vedesse per la prima volta. L'amico di sempre gli appariva adesso come un concentrato di blasfemia e cattiveria. Stava in piedi accanto a lui attendendo di conoscere quali piani avrebbero potuto progettare per catturare la loro agognata preda. Gli occhi famelici brillavano inquieti. Possibile che la Vittima Immortale fosse così necessaria per lui? Ricordò i secoli passati insieme. Povero eterno bambino. Prigioniero di un corpo che, oramai, non comprendeva più. Non poteva giudicarlo negativamente solo perché anelava la maturità fisica, era ingiusto nei suoi confronti; eppure sino a che punto il fine poteva giustificare i mezzi? [...]

Ti diletti anche in racconti e partecipi a diverse antologie Delos Digital. Romanzo Vs. Racconto, chi la vince?

Se questa domanda mi fosse stata rivolta cinque  anni fa avrei risposto senza esitazione “Racconto”.  Alla luce di quanto maturato col tempo capisco che il Romanzo è più difficile, ma regala maggiore soddisfazione. Ho tempo di delineare i personaggi, parlare di ogni sfaccettatura della loro esistenza ed essi mi accompagnano non più come fugaci comete, ma come stabili pianeti. Da alcuni romanzi che ho scritto non riesco neppure a separarmi e spesso mi trovo a pensare ai protagonisti come a dei vecchi amici.  Il Racconto rimane efficace per messaggi lapidari, non abbandono il mezzo, ma ne sono meno affascinata.

Nel 2016 pubblchi il romanzo storico “L'ombra di cenere”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Risposta breve? Un pezzo della mia vita. Un brandello accuratamente tagliato a fil di spada e cucito sulla carta.
Per chi ama risposte più strutturate posso aggiungere che troveranno la storia di un rapporto lungo tutta un'esistenza fra due samurai dal comprovato onore e dall'innata bravura in battaglia. Un nobile signore e il suo più fedele guerriero. Una vita intera passata nella menzogna perché quest'ultimo conserva sino alla morte uno scandaloso segreto capace di sconvolgere il loro rapporto.  Non mi è concesso dire altro se non che si tratta della prova di un grande amore, un amore per il quale si arriva a sacrificare se stessi.


https://www.amazon.it/dp/B01N68Z7MQ/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1486419951&sr=1-1



Qual è stato l’input per questo libro?

Più di quattro anni fa il mio maestro di Kendo, Maurizio Lipparelli della SKL, ci spiegò il suono che doveva produrre un fendente con una lama giapponese e si espresse dicendo “L'eco dell'unico suono”. Questa frase mi colpì a tal punto che dovetti interrompere l'allenamento per segnarla su un taccuino.

Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?

Ovviamente amore, morte, fedeltà e passione. Vorrei che i lettori capissero che non importa se si è piccoli e deboli: una grande passione può sostenerci sino ad arrivare a risultati inimmaginabili. 
Amore e morte sono gli indicatori di quanto sostengo fermamente: 
1) l'amore è sempre crudele
2) si può condurre una lunga vita senza riuscire a capire che la felicità è a portata di mano. 

Il tuo pensiero sul self- publishing?

Può essere una forma di pubblicazione interessante, ma ha creato col tempo un'offerta enorme in cui è difficile trovare buoni autori da leggere. Io per prima mi rendo conto che ogni scrittore necessita della revisione di un editor professionale. Nessuno scrittore è editor di se stesso. Da “Vittima Immortale” che lascio così com'è – a ricordo del percorso fatto – a “L'ombra di cenere” sono passati secoli di studio, lavoro, limatura.  Non so se tornerei a pubblicare in self, ma se lo facessi mi appoggerei comunque a un revisore professionista.

Sei membro dell’associazione EWWA. Di cosa si occupa nello specifico e la consiglieresti alle tue colleghe?

Questo è il secondo anno di appartenenza alla EWWA quindi sono ancora agli inizi. E' un'associazione tutta al femminile di figure professionali nel campo dell'editoria. Vi sono traduttrici, scrittrici, editor. Stanno creando una vera e propria rete a sostegno delle varie figure professionali con meeting, corsi e workshop. Se qualcuna ha delle domande trova sempre chi può rispondere in modo esaustivo e fra noi c'è un bel rapporto sereno e aperto. Ho partecipato a un paio di incontri e mi sono sentita subito accettata da persone che non avevo mai visto prima. Consiglio di associarsi perché l'unione fa la forza e in un campo in cui è già difficile lavorare riuscire a confrontarsi con persone del settore è molto utile. Hanno un bel sito in continuo aggiornamento e offrono vari modi di partecipare attivamente a  chiunque voglia prendersi un impegno serio.

Hai qualche altro progetto in cantiere?

Sto scrivendo quello che ho definito il “Romanzo d'odio”.  Come esiste il romanzo d'amore sto progettando il suo esatto contrario. La storia di due che si amano alla follia, ma il loro rapporto è costantemente turbato da incomprensioni e ostacoli. Mi sono un po' ispirata a "Via col vento", ma sto utilizzando soprattutto situazioni tipiche dei “Romance” in cui a ogni azione corrisponde una reazione... Contraria.

È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Il piacere è stato mio, ringrazio di cuore per l'ospitalità e spero di non essere stata troppo prolissa. Il mio difetto peggiore? Non ho il dono della sintesi. Grazie a chiunque abbia letto, un caro saluto.

Per seguire Linda  LINDA LERCARI


Booktrailer




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