lunedì 5 dicembre 2016

INTERVISTA A ALICE CHIMERA



Ciao Alice, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao a tutti, sono una persona piuttosto strana. Sebbene abbia raggiunto la “veneranda” età di trent’anni vivo ancora come un’adolescente. Al di là del passare tutto il mio tempo libero a leggere e scrivere, ho una passione incontrollata per "Alice nel Paese delle Meraviglie" (colleziono libri che arrivano da ogni parte del mondo su di lei!) di cui venero la storia e l’autore, tanto che sono stata a Londra per andare a vedere il manoscritto originale esposto solo per pochi mesi in occasione del 150° anniversario.
Vivo nella provincia Monzese con il mio compagno (quando non è via per lavoro), con due gatte (una più viziata dell’altra) e i miei duemila libri, che occupano perfino il mio letto.

Sei grafica pubblicitaria e lavori come spedizioniera, quando si è accesa in te la scintilla della scrittura?

La mia prima esperienza fu nel 2003/4, decisi di regalare a una mia amica una fan fiction su Harry Potter (stavamo aspettando entrambe l’uscita del quinto libro). Ricordo che passavo le mie giornate con un taccuino e una volta a casa trascrivevo tutto ampliando le mie idee. Ne venne fuori un periodo davvero stimolante, mi piaceva scrivere e creare personaggi. Ne ricavai  tre volumetti che regalai con tanto di copertina commissionata ad arte a una mia compagna bravissima con le illustrazioni, e io lo impaginai così come i volumi della saga allora editi.
Poi? Sono cresciuta, ho dovuto iniziare a lavorare e la scrittura finì nel dimenticatoio, fino al 2009; sentivo che una storia premeva per avere una forma e inizia a scriverla. A poche pagine dalla sua fine però un virus la distrusse tutta. Nel 2013 sfogai molti dei problemi che stavo vivendo scrivendo da allora mi sono promessa di non abbandonare mai questa strada.

Hai affrontato, sul tuo cammino, un mostro chiamato Dislessia. Parlacene.

Fino ai sedici anni tutti mi reputavano una ragazza che aveva talento ma non si applicava. Avevo voti che oscillavano dalla sufficienza a poco più eppure mi ero sempre “fatta il mazzo”. Non ero capace a leggere bene ad alta voce e ero terrorizzata dalla lettura in generale.
Per fortuna decisi di affrontare il problema. Inizia leggendo davvero un libro, il più grosso e in voga all’ora ("Il Signore degli anelli"), ci misi nove mesi ma migliorai moltissimo, sia la comprensione dei testi sia la lettura ad alta voce. Ma di dislessia non si guarisce, per questo mi curo ogni giorno leggendo e scrivendo mini recensioni e se non lo faccio per molto tempo rischio di ritornare ad avere problemi.
Sono felice di aver reagito, non solo perché poi ebbi una media del nove in quasi tutte le materie, ma perché avevo capito che il problema non era il mio impegno, avevo solo bisogno di capire che problema avevo e trovare un modo di risolverlo. È stata la prima battaglia vinta nella mia vita.

Tra le tue passioni c’è quella per la cultura giapponese, hai mai pensato di inserirla in un tuo libro?

In verità ho già due tracce che vorrei sviluppare in territorio nipponico o sfruttando i loro splendidi animali mitologici. Purtroppo quando scrivo sono davvero molto insicura e quindi prima di potermi mettermi su una storia preferisco studiare ampiamente l’argomento perché non voglio che ci siano incongruenze storiche o con la cultura trattata, di conseguenza in casa ho almeno una cinquantina di volumi sull’argomento, serve solo che trovi il tempo di studiare per bene e poi mi darò alla loro stesura!

Nel dicembre 2014 pubblichi il racconto “Fate” inserito nell’antologia “I doni delle Muse”.  Romanzo Vs. Racconto, chi la vince?

È una bella lotta. I racconti sono facili da scrivere perché brevi e sintetici, mentre il romanzo ti permette di ampliare la narrazione e far evolvere i personaggi. Una parte di me vorrebbe vivere di racconti, ma ci sono storie che non possono riassumersi in sole poche pagine. Il racconto rimane il mio primo amore e ammetto che quando ho una storia passeggera (una di quelle che saltano in testa quasi per caso) in mente la sviluppo subito come racconto.

Nel 2016 (Marzo) firmi il tuo esordio letterario con “Infelici e Scontenti”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

In tre parole: ansia, infelicità e realtà.
"Infelici e Scontenti" è una raccolta di racconti in cui narro il finale alternativo dei lungometraggi Disney classici. Ogni racconto un monito per tutti coloro che vivono nella convinzione di essere in un favola: i principi non sono mai così azzurri, le fate madrine non esistono e spesso si viene distrutti dai propri capricci perché non si è in grado di affrontare davvero la vita con una mente più volta alla realtà che vuole uomo contro uomo.


https://www.amazon.it/Infelici-scontenti-Alice-Chimera/dp/8899500150




Qual è stato l’input per questo libro?

Nel 2013 stavo vivendo dei momenti molto difficili e non accettavo che nonostante l’impegno e l’onestà che avevo messo nel mio quotidiano, ero stata truffata e abbandonata a me stessa. Era un periodo nero, e per questo cercai di sfogarmi scrivendo mettendo su carta tutte quelle brutte esperienze.
È stata una scrittura di sfogo che mi ha fatto reagire, quando l’ho vista edita ho capito che i problemi sarebbero continuati, ma avevo uno strumento per togliermeli dall’anima.

Quali tematiche affronti?

C’è una vasta gamma di tematiche, andiamo dalla condizione della donna come semplice oggetto sessuale, la famiglia infelice perché non ci si sente auto-realizzati, e soprattutto i desideri: scegliere di volere qualcosa ad ogni costo può rivelarsi la cosa più disastrosa della propria vita.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

Per prima cosa mi auguro che possa piacere ai lettori questa visione catastrofica dei personaggi Disney, ma sinceramente spero aiuti le persone che stanno passando dei brutti momenti o che fungano da monito per quelle che non sono ancora preparate all’ingiustizia della vita.

Perché le favole?

Perché sono cresciuta con i lungometraggi Disney (chiedimi una canzone dei film e sono capace di cantarla tutta parola per parola) e con i valori che il vecchio Walt ci aveva messo; ho sempre cercato di essere onesta eppure quando tutto mi è crollato addosso non ho avuto una fata madrina mi aiutasse o un principe che su un cavallo bianco veniva a salvarmi. Ero delusa e molto sola quindi ho pensato per prima cosa di far vivere a Biancaneve & co. quello che stavo affrontando.
Inoltre amando scrivere racconti non avevo bisogno di creare una storia da zero, avevo personaggi e situazioni a portata di mano, ogni racconto mi portava via al massimo un mese di stesura e quindi potevo concentrarmi sulla morale che volevo arrivasse al lettore.

Hai altri progetti in cantiere?

Tanti, troppi come ogni malato di scrittura. Ho appena terminato una stesura a quattro mano con Diletta Brizzi e spero che entro fine anno potremo avere il romanzo editato e pronto per la ricerca di un editore. Nel frattempo, frequentando un corso di scrittura, ho sviluppato una traccia sui Licantropi, ma sto ancora studiando bene questa creatura fantastica prima di affrontare la stesura vera e propria del romanzo. E poi ci sono i racconti, sono tanti e tutti quasi pronti anche se non so se pubblicarli in una raccolta oppure cercare di proporli singolarmente a concorsi o riviste del settore. Insomma prima o poi sentirete parlare ancora della Chimera.

È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Grazie a te per avermi ospitata e a tutti coloro che leggeranno questa intervista!

Per seguire Alice  INFELICI E SCONTENTI


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