lunedì 17 ottobre 2016

INTERVISTA A ADRIANA ASSINI



Ciao Adriana, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te. 


Bentrovata, Linda. Sono di Roma, dove vivo tra penne, colori e pennelli. Nata sotto il segno del Sagittario, viaggio spesso, in Italia e all’estero, sia per puro diletto che per promuovere la mia produzione artistico-letteraria. Oltre a scrivere romanzi, dipingo acquerelli e poi, di tanto in tanto, li vado a esporre in qualche parte della terra. La mostra più recente risale a febbraio di quest’anno, in una galleria del centro di Bruxelles, con un bel finale in una sala del Parlamento Europeo.



Il diploma in Lingua francese, il Diplôme d’Etudes Françaises conseguito all’università di Grenoble e la frequentazione di corsi di nudo all’Accademia delle Belle Arti di Roma. Quando si è accesa in te la scintilla della scrittura?


Molto presto. A undici anni scrissi il mio primo romanzo, un polpettone che ancora conservo, dal titolo terrificante "La valle di lacrime". Per fortuna, in seguito ho raddrizzato il tiro, dedicandomi a scritture meno corpose e soprattutto meno drammatiche. Comunque, da allora - non avendo più posato la penna - ho sfornato dodici romanzi, oltre a una quindicina di racconti.




Collabori con il web-site ‘Enciclopedia delle donne’. Di cosa ti occupi nello specifico?


Scrivo brevi profili di donne del passato. Con stile discorsivo e un corredo di dettagli poco noti cerco di evitare la freddezza delle tradizionali schede biografiche, restituendo al lettore, in poche righe, l’identità morale, gli aspetti caratteriali (incluse le zone d’ombra), aneliti e passioni di figure assenti o maltrattate dalla Storia.



Nel 2007 pubblichi “Le rose di Cordova”, successivamente tradotto in spagnolo e diventato una delle letture obbligatorie della Facoltà di Filologia dell’università di Oviedo. Daccene un assaggio.


Ho rivisitato le vicissitudini di Juana I di Castiglia, passata ingiustamente alla Storia come “la Pazza”. Lei che pazza non era. Nel XIX secolo, grazie alla scoperta di documentazione inedita ritrovata negli archivi di Simancas, uno studioso prussiano cercò di ristabilire la verità sul suo caso, dimostrando come Juana fosse stata vittima di un complotto ordito dagli uomini della sua stessa famiglia, decisi a strapparle la corona. Ma la Storia non torna sui suoi passi e nei manuali scolastici si continua a parlare della madre di Carlo V come di una povera demente. Con il mio romanzo, spero di aver contribuito a restituirle almeno un po’ della dignità perduta.



Hai conseguito un numero notevole di Primi Premi ad altrettanti concorsi. Ce n’è uno che ti è rimasto particolarmente impresso?


Nel 2006 vinsi, con un racconto lungo “Cesare Pavese” nella sezione dedicata al vino. Il viaggio verso Santo Stefano Belbo fu un’autentica avventura, ma la premiazione nella casa natale di Pavese mi regalò un’emozione così profonda da restare tuttora tra i miei ricordi più belli. Assieme all’omaggio ricevuto di ben cento bottiglie di barolo, barbera, dolcetto d’Alba.



I tuoi romanzi sono stati presentati  anche in Olanda, Spagna e Belgio e, attualmente, la tua intera opera letteraria è oggetto di tesi del Dottorato di Ricerca di M. Reyes Ferrer, discussa a Siviglia nell’aprile 2014. Quanto conta tradurre i propri romanzi e proporli all’estero? Consiglieresti questa strada ai tuoi colleghi?


L’esperienza fatta finora è decisamente positiva. Varcando le frontiere nazionali si ha subito l’impressione che se si ha qualcosa di buono da proporre, si troverà senz’altro qualcuno pronto ad accoglierlo e a valorizzarlo. Purtroppo, non sempre succede la stessa cosa in patria. Tra l’altro, delle pubblicazioni all’estero è anche interessante, oltre che divertente, la fase di promozione dell’opera: girando di città in città, si scoprono realtà nuove, mentalità diverse; si allargano gli orizzonti dei nostri pensieri, s’imparano altre lingue...Se sappiamo ascoltare e vedere, alla fine del giro di giostra, la nostra penna e il nostro spirito ne usciranno rinnovati.




Nel 2016 esce “Un caffè con Robespierre”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?


Una Parigi scoppiettante di ideali, novità, feste e teste mozze, caffè e rivolte, grandi speranze e altrettanto grandi delusioni. Tra amori forti, passioni travagliate, sconvolgimenti politici e personali, si delinea il ritratto di un’epoca straordinaria, assieme a quello - non scontato - di un uomo profondamente onesto e solo, Maximilien de Robespierre, consegnato ai posteri come un tiranno sanguinario, proprio lui che aveva votato, assieme a pochi altri, contro la pena di morte.


http://www.scritturascritture.it/prodotto/un-caffe-con-robespierre-adriana-assini/





Qual è stato l’input per questo libro?


Quando l’Associazione 'Les amis de Robespierre', che ha sede ad Arras, città natale dell’Incorruttibile, avviò una raccolta di firme per poter adibire a museo la sua casa, mi mobilitai per promuovere la petizione tra le mie conoscenze e in quell’occasione mi resi conto che tutto ciò che la maggioranza delle persone contattate pensava di Robespierre era che fosse un tagliatore di teste. Mi dissi allora che anche un semplice romanzo poteva contribuire a sfatarne la nerissima leggenda.




Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?



Mi sono riproposta di suscitare una riflessione su quel che resta, oggi, nelle nostre società occidentali. dei grandi principi di libertà e di uguaglianza che oltre due secoli fa la Rivoluzione francese riuscì a diffondere oltre i confini nazionali. Una riflessione che abborda anche i temi dell’emancipazione femminile – tanto più che protagonista principale del romanzo è una donna, di fede giacobina -  e che, partendo dalle contraddizioni di allora, invita a riconsiderare la questione alla luce della situazione attuale: dopo tante lotte e rivendicazioni, cosa si ritrovano le donne degli anni Duemila? Una strada in salita fatta di mezze conquiste e di una parità incompiuta? 



Hai qualche altro progetto in cantiere?


Più d’uno. Mostre, convegni, nuovi romanzi. Ancora viaggi. Parole e colori.



È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!


Grazie, Linda. Il piacere è stato mio. Buone cose a te e lunga vita al tuo blog!

Per seguire Adriana  ADRIANA ASSINI


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