mercoledì 11 marzo 2015

Le autrici EWWA - INTERVISTA A MACRINA MIRTI



Ciao Macrina, benvenuta nel mio blog. Partiamo dal tuo pseudonimo, raccontaci il motivo di questa scelta letteraria.

Macrina Mirti è il diminutivo con cui mi chiamava mia madre quando ero piccola. Mirti è un nome d’arte. Lo uso perché mi guadagno da vivere insegnando. I genitori dei miei studenti non gradirebbero una prof che scrive romanzi erotici. Il mio lavoro mi piace e m’impegna molto.
Per anni sono stata un’insegnante superattiva e ho anche ricoperto incarichi di una certa importanza sia a livello provinciale che regionale. Poi ho detto basta. Il gioco non vale la candela. Purtroppo.
Sono sposata con un uomo fantastico, amo i libri, il buon cinema, la cucina vegetariana ma la mia passione sono i gatti.

La laurea in Lettere, la specializzazione in glottodidattica e l’insegnamento di Italiano e Storia. Dove trovi il tempo per scrivere?

Lo trovo. Devo farlo. In fin dei conti, sono una donna. Intanto, mi sono laureata un po' di anni fa e anche la specializzazione non è recentissima. Ho solo imparato che il mondo gira lo stesso, anche se non me ne occupo. Così, ho più tempo per me.

Il tuo amore per gli animali ti ha condotta alla collaborazione  con associazioni animaliste e all’occupazione in prima persona di una colonia felina. Parlacene.

Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia dove mi è stato insegnato che il gatto di casa aveva gli stessi miei diritti. Anzi: di più, perché lui non ci aveva chiesto di stare con noi. Eravamo stati noi a scegliere di vivere con lui. E poi, la lunga convivenza con cani e gatti mi ha insegnato che gli animali hanno emozioni, sentimenti, che provano gioia e dolore come noi. Solo sono più deboli e indifesi, e io, che astrologicamente parlando sono un Cancro con Luna in Pesci, non posso fare a meno di difenderli e di occuparmi di loro. La collaborazione con le associazioni operanti sul territorio, poi, è indispensabile se vuoi fare la gattara. Da sola non riusciresti a occuparti di tutto. Le associazioni animaliste sono la voce di chi non ha voce. Difendono i diritti di chi non può difenderli. Ci ricordiamo che esistono solo quando un pazzo scuoia e tortura animali indifesi. Invece, dovremmo ricordarcene più spesso e sostenerle un po’ di più. La loro opera è fondamentale per la crescita della società civile.

Nel 2013 partecipi al Premio Romance e il tuo racconto “Una famiglia felice” rientra nella rosa dei cinque segnalati. Cosa ricordi di questa esperienza?

Ricordo che era un periodo difficile. Fino a quel momento avevo sempre scritto horror, ma ero reduce da una lunga serie di delusioni per cui avevo deciso di smetterla con la scrittura.  Per fare qualcosa di diverso, mi ero abbonata al Romance Magazine di Mariangela Camocardi. Ho letto il bando del concorso, ma non credevo di poter partecipare, dato che ero impegnata con gli esami di maturità. 
Ḕ stato proprio durante quelle lunghe giornate passate al caldo soffocante, durante l’assistenza alle prove scritte, la correzione degli elaborati e la stesura di interminabili verbali, che ho maturato l’idea: e se scrivessi di un tradimento avvenuto durante gli esami di maturità?  “Una famiglia felice” è nato così.  Inutile dire che, in quel contesto, eravamo tutte donne. 

Da qui parte la tua collaborazione con la Delos Digital. Consiglieresti questa casa editrice agli esordienti? 

Sì certo. Ho imparato e sto imparando ancora molto dai curatori delle collane. Roberta Ciuffi mi ha letteralmente insegnato come si scrive un romance storico e ora sto lavorando con Vincenzo Vizzini all’editing di un romanzo molto ma molto nero. 

Nel novembre 2013, esordisci con “Il dolce sapore della vendetta”. Di cosa si tratta?

Del mio primo racconto erotico. Non sapevo di essere in grado di scriverne uno. Ḕ la storia di Lisa, donna in carriera, manager presso una multinazionale, che torna nella sua città dieci anni dopo averla lasciata. L’impatto con il vecchio ambiente è traumatico perché la donna ritrova non solo la propria famiglia e i vecchi amici, ma anche il suo amore di ragazza, che l’aveva tradita spezzandole il cuore. Lisa crede di odiarlo e medita vendetta, ma la storia prenderà una piega diversa. 

Nel marzo 2014, esce “Finiamola qui” e in aprile dello stesso anno “Il canto del cuore”. Daccene un assaggio.

"Finiamola qui" è il mio secondo racconto erotico, forse più romance che erotico, e “Il canto del cuore” è, in assoluto, la storia che preferisco tra quelle che ho scritto. Ringrazio ancora Roberta Ciuffi per avermi aiutato a capire come si scrive un romance storico. La storia è ambientata sull’Appennino centrale nel 569 d.C., durante la discesa longobarda in Italia. Un piccolo assaggio:

[...] Domiziana si lascio cadere sull’erba soffice e si appoggiò a un grande tronco che cresceva ai limiti della radura. Guardò Neheram guidare gli animali verso il ruscello, poi si coprì il viso con le mani e rimase immobile, persa nei suoi pensieri. Era viva, ma non era sicura che ciò le piacesse. A cosa le sarebbe servita la vita senza suo padre, la sua casa, i suoi cari? Era sola, in balia di quell’uomo terribile. Come poteva credergli? Neheram era un Goto, un assassino spietato, un violatore di donne altrui. Perché mai suo padre avrebbe dovuto fidarsi di lui? Per la prima volta, nella sua breve vita, si sentì spaventata a morte. Non aveva provato un tale terrore nemmeno quando i due Longobardi avevano tentato di catturarla. In cuor suo, pensava che avrebbe potuto difendersi. Ma ora era inerme, in balia di un servo perverso e crudele. Un servo che, pur di oltraggiarla, aveva osato infilarle la lingua oscena tra le labbra. E lei non si era opposta. Anzi, il ricordo di quel momento le procurava ancora sottili brividi di piacere. Come aveva potuto essere così stupida? Avrebbe dovuto gridare, opporsi, chiedere aiuto. E invece si era comportata come la meretrice che suo padre aveva sposato.
In preda a un’agitazione febbrile, si alzò e si diresse verso il ruscello. Faceva caldo. Voleva sciacquarsi il viso, riordinare gli abiti spiegazzati e sistemarsi i capelli scompigliati. Quando si toccò la fronte, si accorse che la grande perla, eredità di sua madre, non c’era più. L’aveva perduta nel trambusto della fuga. In silenzio oltrepassò la radura e si sporse dal piccolo costone roccioso oltre il quale il fiumiciattolo scorreva. Ciò che vide le provocò un tuffo al cuore. I due animali se ne stavano placidi, legati a un albero in prossimità della riva. Neheram, invece, era nell’acqua, ed era nudo. [...] 

In settembre è la volta de “Le ragioni del cuore” nel quale c’è un’ambientazione storica. Cosa rappresenta per te la storia? 

La storia è il mio pane. Insegno Italiano e Storia nella secondaria superiore. Passo le giornate sui libri di storia. La storia mi incuriosisce e mi affascina. Soprattutto quella dei periodi bui, le epoche di cui non sappiamo quasi nulla. Mi sconvolge capre che ogni errore che l’uomo commette è già stato commesso centinaia di volte, che ogni situazione che ci troviamo a vivere è già stata vissuta centinaia di volte dai nostri antenati. Basterebbe conoscere la storia per evitare situazioni irreparabili. Ma l’essere umano è stolto. Non riesce a imparare dai propri errori.

Nel novembre 2014 pubblichi “Straniera”. Quale genere tra romance, noir ed erotico senti più nelle tue corde?

Non credo di avere inclinazioni particolari per un genere o per l’altro. Se leggi “Straniera”, capisci che in fondo  si tratta di una storia d’amore finita molto male, se leggi gli altri racconti,  ti rendi conto che sono storie rosa che, per fortuna, hanno imboccato la strada giusta. Credo che in ogni rosa che ho scritto si celi una piccola parte di nero. 

Nel febbraio 2015 esce “Una donna responsabile”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Ḕ un romanzo erotico con una forte componente di nero. Forse qui, più che nei racconti precedenti, amore e odio si confondono,  creando situazioni violente, difficili da sopportare e da gestire. E apro una parentesi. Agatha Christie diceva che l’amore era un sentimento molto pericoloso. Io credo che sia vero. Laura, la mia donna responsabile, nel corso del romanzo scopre a sue spese che l’amore non ricambiato, ferito, deriso, a volte può trasformarsi in qualcosa di molto violento e pericoloso. Comunque, siccome si tratta di un rosa e non di un noir, la mia protagonista riuscirà a risolvere la situazione senza danni permanenti.


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Quali tematiche affronti nel romanzo e quale messaggio hai voluto trasmettere?

La tematica è piuttosto complessa, riguarda il tradimento e il perdono, la colpa e il riscatto. Laura è una donna in apparenza realizzata, ma inquieta. Dentro di sé cova un pericoloso senso di colpa, che la porterà tradire il marito con un uomo che l’ha amata talmente tanto che il suo amore si è trasformato in odio. Solo quando si trova sull’orlo del baratro, Laura comprende che potrebbe perdere tutto quello che ha e tutti quelli che ama. Ḕ per questo che diventa “responsabile”, affrontando i suoi sensi di colpa e le sue inquietudini. 

Come nasce l’idea per “Una donna responsabile”?

Anche quest’idea è nata durante gli esami di maturità (una noia mortale). Guardando la mia presidente di commissione e le mie colleghe, ho pensato: «Che cosa accadrebbe se qui, al loro posto, ci fosse un  uomo bello e affascinante di cui fossi segretamente innamorata?» Ed è nato il romanzo.

Sei membro dell’associazione Ewwa. Di cosa si tratta nello specifico e la consiglieresti alle autrici?

EWWA è un’associazione nata con lo scopo “di sostenere la crescita creativa culturale e professionale delle sue socie”.  Abbiamo aderito in duecento tra scrittrici, sceneggiatrici, editor, blogger e altre ancora.  Siamo donne che si danno una mano. Ḕ importante non essere sole. L’associazione organizza numerosissimi corsi di formazione, convegni, workshop in varie città italiane. Io, purtroppo, tra famiglia, gatti e lavoro sono sempre impicciata, per cui non riesco mai a essere presente fisicamente agli incontri delle socie, che sono utili e interessanti. Però, cerco di partecipare come posso. 

Con Ewwa hai partecipato al primo progetto letterario “E dopo Carosello tutte a nanna” con il racconto “I veri eroi”. Parlacene.

Da bambina ho ricevuto un’educazione molto rigida. Dopo Carosello, mi spedivano  veramente a nanna. Ma una sera mi sono ribellata. C’era una musica incalzante che non mi faceva dormire. Era eccitante e magnifica, così mi sono alzata dal letto e sono andata a origliare alla porta del salotto. Ho visto un uomo cadere da cavallo e sparare protetto dal corpo dell’animale. Mio padre mi ha beccato e mi ha rispedito a letto, ma la mia fantasia era partita. Si trattava de “I banditi del re”, un romanzo di Dumas ambientato in epoca napoleonica. Quel ricordo mi ha accompagnato per molti anni, fino a che non sono riuscita a leggere il libro. Quando mi si è presentata l’occasione di scrivere su un programma televisivo della mia infanzia, avevo già la storia pronta. 

Hai qualche altro progetto in cantiere?

Al momento sto lavorando a un romanzo molto horror, con sfumature di rosa, per la collana Odissea Digital di Delos. E poi non lo so. Una cosa per volta, altrimenti scoppio. 

E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!


Per seguire Macrina    MACRINA MIRTI

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