giovedì 24 luglio 2014

NORA E IL BACIO DI GIUDA di Monica Portiero/ SOLA un racconto di Silvia Devitofrancesco

Oggi vi presento un romanzo che mi ha letteralmente stregato. Sto parlando del bellissimo libro di Monica Portiero, autrice che avrò prossimamente il piacere di ospitare nel mio blog, e del suo edito "Nora e il bacio di Giuda".




SINOSSI: Perth, Scozia. Nora è una giovane studentessa e scrittrice emergente alle prese con l’intrigante storia di fantasmi che costituirà il corpo del suo primo romanzo. La vita le frana improvvisamente sulle spalle quando i suoi genitori muoiono in un terribile incidente d’auto. Da quel momento in poi, tutto precipita: il rapporto già precario con sua sorella Lillian, la presenza inquietante della famiglia della sorella nel suo cottage, le difficoltà economiche. Il destino, tuttavia, non è ancora stanco di giocare con lei: presto emergerà, dall'oscurità del passato, un terribile segreto di famiglia che stravolgerà per sempre la sua esistenza. Perché non esiste niente di più crudele del tradimento di chi amiamo di più al mondo: nostra madre.
Monica Portiero intesse con incredibile bravura una storia a scatole cinesi, un romanzo nel romanzo in cui realtà e fantasia s’incrociano delineando passioni e rancori; in risalto, i profili di donne tormentate unite dallo stesso coraggio e dal gusto amaro del tradimento. Un romanzo ipnotico e indimenticabile per ricordarci la forza della famiglia e, ancor di più, il potere salvifico della letteratura.




Perth, Scozia. 1997. Eleonor è una giovane studentessa con una passione: la scrittura. La protagonista divide le sue giornate tra le uscite con l'amica, l'università e le ore chiusa nella sua stanza a scrivere, nel tentativo di coronare il suo sogno nel cassetto: partecipare a un concorso per emergenti e riuscire a spiccare il volo. Un sogno che rappresenta anche il mantenimento di una promessa, quella fatta ai genitori recentemente deceduti.
Eleonor non ha più nessuno al mondo, fatta eccezione per la sorella Lilian, tornata a Perth assieme al marito e ai figli proprio in occasione del funerale dei genitori. Un ritorno che si trasformerà in un vero e proprio trasferimento nella casa paterna, una convivenza forzata tra due sorelle che mal si sopportano, che non si capiscono, che non sono mai state unite, separate da rancori e recriminazioni.
La vita di Elenonor verrà così stravolta e si trascinerà tra litigi, commissioni e stesure di un romanzo che sembra sempre più lontano dalla meta. 
Ma qual è la meta di Eleonor? Perchè Lilian è piombata nella sua vita, proprio in quel momento? E quali scheletri si annidano realmente negli armadi di una casa che credeva non avesse più segreti per lei?






'Ogni volta che pensava ai suoi genitori, doveva  vincere il senso d'irrealtà che la coglieva come una nebbia fitta e ripetere a se stessa: sono morti.
Sono morti. Sono morti.'







Il romanzo di Monica  è molto particolare perchè descrive due percorsi paralleli: quello di Eleonor e quello di Caterina, la protagonista del suo manoscritto. Conosciamo una ragazza di carta che vive con la mamma e con la nonna e che possiede un dono: la capacità di leggere il futuro e di comunicare con i fantasmi
"Nora e il bacio di Giuda" presenta molteplici analogie tra scrittrice (Eleonor) e protagonista (Caterina). Parallelismi e fattori comuni che trascinano Eleonor verso il mondo di Caterina, in un certo qual modo. Un connubio perfetto, creato dalla Portiero, che dosa e alterna il romanzo nel romanzo alla vita di Elonor e lo fa con tale maestria da spingere il lettore a voltare pagina, senza riuscire a staccarsene.
Un aspetto che ho particolarmente apprezzato, forse per la mia natura di autrice, è il mondo dell'esordiente, la descrizione dei sogni e delle speranze, della giornata tipo di uno 'scrittore'. Per un'autrice la  ricerca del silenzio e del tempo da ritgliarsi per dedicarsi al proprio manoscritto è molto sentito, per lo meno dalla sottoscritta, e credo che molti autori si riconosceranno sotto questo punto di vista.








'Nel quotidiano ogni azione che compiamo ha sempre una motivazione.
Il caso non esiste.'




La caratterizzazione dei personaggi è ottima. Ho detestato Lilian per buona parte del libro e tifato per Caterina, la protagonista del manoscritto di Elenonor. 
Questo romanzo è come un caleidoscopio in cui i colori si fondono e confondono tra loro: dal noir al thriller, dal giallo al paranormal. Ho amato l'ultima parte del romanzo, non riuscivo ad abbandonare la lettura, trasportata dal ritmo serrato e incalzante. Mi sono ritrovata inserita in un contesto che non avevo preventivato, attuale, inquietante, dove la tensione correva sul filo delle emozioni e della paura.

L'ambientazione ci conduce in luoghi accattivanti, ho apprezzato particolarmente la descrizione dei viaggi di Eleonor con i genitori, alla ricerca di eventi paranormali, in particolare la gita al Castello della Verrucola de' Bosi. Non mi sorprenderei di scoprire che l'autrice vi sia stata realmente.
I temi trattati sono molteplici dai rapporti famigliari ai segreti, dalla maternità ai fantasmi, dall'espiazione alle capacità paranormali, dalla passione per la scrittura al tradimento.


 



'Batteva i denti e cercava di frenarli, senza riuscirci.
Sfiorava con lo sguardo i passanti frenetici, risucchiati da questa nostra vita che non lascia spazio a futilità.
Aveva molta confusione in testa. Pensava di avere una famiglia normale. Genitori un po' anziani ma amorevoli.
Nessun segreto. Poche situazioni spiacevoli. Zero abiguità. Tutto normale.
E adesso in tre mesi era tutto cambiato. Era capovolto.'

Il libro di Monica Portiero è paragonabile a una matrioska, per le soprese, le svolte repentine, le scoperte scioccanti e agghiaccianti. Tiene con il fiato sospeso dall'inizio alla fine e, quando credi di aver sistemato ogni tassello, ecco spuntarne un altro che rimette tutto in discussione.

Se amate i romanzi imprevedibili, in cui si alternano flashback e climi claustrofobici, se amate i rompicapo conditi di frasi poetiche, figure allegoriche e metafore incisive.
Se amate il mistero, il giallo e il paranormale, questo romanzo non vi lascerà senza dubbio indifferenti.

' "Il bacio di Giuda" a memoria di tutti i tradori che ci capita di incontrare nella nostra vita.'




SOLA di Silvia Devitofrancesco


"Nora e il bacio di Giuda" contiene anche una piacevole sorpresa a fine lettura: giriamo pagina e ci ritroviamo di fronte a un piacevolissimo racconto di Silvia Devitofrancesco, autrice che prossimamente avrò il piacere di ospitare nel mio blog.
Questo racconto dal titolo "Sola" è stato il vincitore del Contest indetto da Butterfly Edizioni.
Non mi stupisco delle doti di Silvia e nemmeno della sua recente pubblicazione con il romanzo d'esordio "Lo specchio del tempo" che non mancerò di recensire, la sua penna è intrisa di forma e sostanza e lo si evince da questo breve racconto.

Silvia ci narra la storia di una donna innamorata del proprio principale. Vive una relazione clandestina fatta di incontri sporadici, condita con sesso bollente e promesse non mantenute. 
L'autrice si focalizza sul tradimento dal punto di vista femminile, sugli sbagli che si commettono, descrive come le ragioni del cuore tentino di sopraffarre quelle dell'intelletto. Evidenzia la condizione della donna quale meretrice e rovina-famiglie. 
E' un racconto che tocca e coinvolge, che mostra un aspetto spesso ignorato da noi donne e cioè il cameratismo e la complicità femminile. La presa di coscienza che una donna che tradisce non sempre sta nel giusto, per quanto il suo sentimento sia puro e genuino; Silvia si concentra sul rapporto tra 'traditrice' e 'tradita', sul significato di queste due condizioni e sulla possibilità di invertirne i ruoli.
E' facile tradire senza conoscere l'antagonista, senza soffermarsi sulla sua condizione e sul suo ruolo, ma se ce la trovassimo di fronte? Se sbattessimo il muso contro di lei, sarebbe altrettanto facile girarsi dall'altra parte?








'Un bacio lungo, goduto, un bacio che sa di rabbia e passione. Soprattutto tanta passione. Quella passione che mi ha travolta e mi ha dato la forza di intraprendere questa storia d'amore alternativa.
Sì, alternativa per il semplice fatto che quell'uomo stupendo che ora mi è accanto, non è solo mio, 
E' un uomo a metà.'








La scrittura di Silvia è fluida, frasi brevi che catturano e penetrano nella mente. I sentimenti e le emozioni che scatena sono ansia, paura, la descrizione di una vita sul filo del rasoio, l'inqueitudine propria di ogni tradimento ch non conduce mai, in nessun caso, a qualcosa di buono e duraturo.
Complimenti a Silvia Devitofrancesco che, sono certa, farà ancora parlare di sè.

'Essere l'amante di qualcuno non è una missione facile, ma io sembra che sia nata per interpretare questo ruolo.'

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