martedì 29 ottobre 2013

CONVIVENZA LEGGERA ... MATRIMONIO D'AFFARI di Vanessa Vescera

Oggi voglio presentarvi il romanzo "Convivenza leggera ... matrimonio d'affari" della promettente Vanessa Vescera, che prossimamene avrò occasione di ospitare sul mio blog.



SINOSSI: Alicya è una donna che vive correndo, dividendosi tra lavoro, casa e ben due relazioni da costruire: una convivenza non troppo impegnativa con l’affascinante Raffaele e una storia duratura con il suo capo, l’affidabile Ugo. Il gioco, tuttavia, si rivelerà più intricato del previsto e, come sempre accade, il destino e la sua ironia metteranno il loro zampino, ponendo tra le mani di Alicya una terza carta da giocare.
Vanessa Vescera offre ai suoi lettori un’antieroina dei tempi moderni, una donna impacciata che semina buona volontà ma raccoglie guai e che, proprio per questo, è una di noi. Brioso e mai banale, divertente sino alle lacrime e a tratti commovente, questo romanzo è come il ritornello di una canzone: lo ascolti una volta, lo ami da subito, non lo dimenticherai mai più.









Se cercate un romanzo divertente, allegro e spassoso questo è senza dubbio il libro che fa per voi! Trascorrerete ore piacevoli che stempereranno la tensione e vi faranno dimenticare la quotidianità e il tanto affezionato stress, ma se credete che questo sia solo un romanzo umoristico troverete delle gustose sorprese al suo interno!

Il libro si apre con Alicya, giovane single, frizzante e briosa, che si fionda letteralmente dentro un taxi diretta al supermercato, dopo una stancante giornata di lavoro, per accaparrare l'occorrente per una cenetta a lume di candela. In men che non si dica, la nostra eroina si ritroverà alle prese con un carrello impazzito, rovinose cadute e mance distratte che la faranno ritrovare senza un centesimo alla cassa, costretta ad accettare l'aiuto di un aitante sconosciuto.

Questo non è che l'inizio di una serie inesauribile di gag esilaranti e sorprendentemente plausibili. Dal ritrovarci alla prese con un disordine imbarazzante dentro casa mentre l'orologio scorre e una ditta di pulizie corre in nostro aiuto, sfidando il tempo in una corsa all'ultimo respiro, all'essere intrattenuti da un simpatico pagliaccio che, tentando di farci divertire, ci distrugge mezzo appartamento. Dal finire sulla barella di un ospedale mentre infermieri impazziti tentano di iniettarci chissà quale intruglio in vena al doversi far sfilare le mutandine di fronte a un metal-detector affollato. E per non farci mancare nulla, perché non lasciarci convincere a invischiarci in una cena a tre in cui gli interessati, del tutto ignari, si contendono la preziosa commensale?

Queste sono solo alcune delle divertentissime gag che aspettano il lettore tra le pagine. Il romanzo di Vanessa ci mostra un'anti-eroina come protremmo esserlo noi, una donna impacciata, travolta dal ritmo frenetico della propria vita. Il personaggio di Alicya è scandagliato in ogni suo aspetto e molto più complicato di come potrebbe apparire a una prima occhiata superficiale.




'Non darò mai tutta me stessa a un uomo. Sono inaffidabili, pensano che il cuore di una donna sia come una stanza da cui si può entrare e uscire a piacimento.'









Alicya è una donna che ha paura di amare e che, dentro la sua testa, crede di aver trovato il piano perfetto per sentirsi completa e soddisfatta: da un lato un matrimonio d'affari vantaggioso e senza sorprese e dall'altra una convivenza leggera con una amante focoso e poco ingombrante. Ma la nostra Alicya non ha fatto i conti con il destino e con quello che il futuro ha in serbo per lei!

Il personaggio che più ho amato è senza dubbio Ryan, il dottore che scombussolerà bene bene la via di Alicya. Chi di noi non vorrebbe incontrare un uomo come Ryan nella vita? Leggete il libro e mi darete ragione!
Attraverso i suoi personaggi, Vanessa ci presenta tre tipologie di uomo, tre gruppi ben distinti che riassumono l' universo maschile di oggi. E anche in questo devo ammettere che è stata geniale!



'Il volto di Ryan è l'immagine palese della mia debolezza. Lento, è strisciato nella mia vita e la sta mutando, piegandola al suo volere.'




Un altro aspetto che prediligo, oltre al bellissimo intermezzo parigino che ho particolarmente apprezzato, è l'introduzione della figura 'materna' accanto ad Alicia: la preziosa e insostituibile nonna. Questo personaggio è presente per tutta la durata del romanzo, pur comparendo in un'unica scena verso la fine. Rappresenta quel filo sottile, quel legame che ancora lega Alicya ai suoi affetti e al suo passato. Un passato che non vuole abbandonarla e liberarla.



'Le mani rugose della nonna mi accarezzano i capelli con amore e io torno bambina ... passano gli anni, cresco, divento donna, m'innamoro e ancora una volta mi trovo qui, sul divano di nonna a piangere tra le sue braccia ... seguo il suo consiglio e mi lascio cullare dai profumi, dai rumori e dai ricordi di questa vecchia casa ... quanto mi è mancato tutto questo?'








Questo è un romanzo pieno di significati e messaggi nascosti. I temi trattati sono molteplici e profondi: dall'abbandono al matrimonio come istituzione, dalla paura d'amare alla solitudine.
La scrittura di Vanessa è toccante, personalmente trovo che l'autrice sia dotata di una rara sensibilità nello scandagliare l'animo umano e che possieda una dote che merita di essere approfondita anche in un romanzo dal contesto drammatico.




'Alle ingiustizie non ci si abitua, così come al vuoto che certe situazioni ti lasciano ... le persone che amiamo sono frammenti che formano il nostro cuore e la nostra anima. Quando un solo frammento viene a mancare lascia un vuoto profondo e incolmabile, dove resta il ricordo che non basta a farti stare bene.'







Non mi resta che augurarvi buona lettura e 'buona corsa' con Alicya. Forse questo libro vi farà sorridere, forse vi farà commuovere, potrebbe persino farvi arrabbiare come è successo alla sottoscritta per alcune scelte incaute della protagonista e la sua naturale propensione a cacciarsi nei guai! Ma vi assicuro che questo libro non vi lascerà indifferenti!

'Il matrimonio è la tomba dell'amore ... non sposatevi, meglio una convivenza leggera o, al massimo, un matrimonio d'affari.'

venerdì 25 ottobre 2013

INTERVISTA A MARCO FELICIANI

Ciao Marco, benvenuto nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao, grazie per avermi accolto nel tuo blog. Ho 28 anni e sono cresciuto con la passione per la letteratura, amo maggiormente la letteratura beat, autori come Kerouac e Bukowski.

Un diploma in ragioneria e il lavoro di agente pubblicitario. Com’ è stato il tuo primo approccio con la penna?

Ho cominciato scrivendo testi per canzoni, anni fa avevo un gruppo folk rock, io scrivevo i testi ed ero la voce del gruppo.

La poesia è nelle tue corde. Partecipi a diversi concorsi letterari aggiudicandoti l’inserimento in numerose antologie. Cosa rappresenta per  te la poesia e dove trovi l’ispirazione?

Per me la poesia rappresenta un ottimo filtro tra la realtà e la percezione, l’inconscio, i sogni.  Non c’è un posto o qualcosa di preciso che mi dia l’ispirazione per una poesia, dipende molto dallo stato d’animo, da un ricordo, da un incontro, anche da un sogno..

Ma ti diletti anche con i racconti ed è proprio con “Resistenza: Racconto di un uomo sopravvissuto” che entri nella rosa dei vincitori del concorso “Oceano di carta”. Cosa ricordi di questa esperienza?

Io mi ritengo un uomo pacifista e pacifico, non amo la guerra, non amo che nessuno  imponga il proprio volere sugli altri. Amo la libertà e la speranza. Quel racconto parla di un uomo sopravvissuto prima alla dittatura e poi alla guerra, un uomo che ha lottato per liberare la propria patria dall’oppressore e dal tiranno. Quell’uomo dopo aver lottato, combattuto e sconfitto il nemico, può raccontare alle persone la violenza della guerra, la mancanza dei sogni. Molto spesso ci dimentichiamo del passato, ma la memoria deve essere la nostra migliore amica, perché se la dovessimo perdere moriremmo  nuovamente nell’ipocrisia di una guerra infame, moriremmo nel peggiore dei mali, il razzismo e l’indifferenza.

Nel 2008 pubblichi il tuo primo romanzo “Diario di una persona qualunque”. Di cosa si tratta? 

E’ un romanzo sociale, così mi piace definirlo. Parlo delle disavventure di un ragazzo che si trova a lottare contro la precarietà della vita, lavorativa, economica e amorosa.

Nel 2009 pubblichi in collaborazione con Massimiliano Marra una raccolta di poesie dal titolo “Nel ricordo del poeta”. Com’è stata l’esperienza con questo autore?

Un’esperienza bellissima, primo perché Massimiliano è un mio carissimo amico, poi perché amo molto la scrittura a quattro mani.

E, sempre in ambito poetico, nel 2010 pubblichi “Fragili incontri”. Parlacene.

"Fragili incontri" è una raccolta di poesie inedite, in quei testi ho cercato di metterci tutto me stesso, i miei pensieri, i miei stati d’animo, i mie ricordi

Nel Dicembre 2013 esce la tua ultima fatica “Brevi racconti di vita”, una raccolta di racconti brevi. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

I lettori troveranno dei racconti completamente fuori di testa, parlo di tutto, dal sesso, alla droga, alla politica, al piacere e il dispiacere di vivere, dall’amore al tradimento, dall’omicidio al suicidio. Credo siano racconti molto intensi e piacevoli da leggere.




C’è un racconto a cui sei particolarmente affezionato?

Non direi, sono affezionato a tutto quello che scrivo, non ho delle preferenze in particolare.

Hai sperimentato vari generi letterari, a quale sei più legato?

Sicuramente alla poesia.

Hai qualche progetto futuro che vuoi anticiparci?

Sì, sto raccogliendo mie nuove e vecchie poesie, voglio pubblicare una nuova raccolta. Credo che il nuovo libro si chiamerà “L’amore oltre l’infinito”.

E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo per il tuo lavoro!

Grazie mille, è stato un piacere anche per me rispondere alle tue domande.


Per seguire Marco    MARCO FELICIANI

lunedì 21 ottobre 2013

INTERVISTA A PATRISHA MAR

Ciao Patrisha, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao a tutti. Vediamo cosa posso raccontare di me. Sono sposata e ho una bimba di un anno e mezzo, un angelo che sopporta questa mamma che a volte sta al pc un po' troppo tra revisioni, scrittura e promozione. Oltre a scrivere adoro leggere, guardare alcuni serial televisivi tipo "Smallville", "Beauty and the beast", "White collar", "Castle", "Once upon a time" per citare i principali, anche se il tempo è sempre tiranno. Vado matta per gli sceneggiati in costume della BBC tipo "Pride and Prejudice", "Emma", "North&South". E non mi perdo un film con i supereroi o di fantascienza al cinema. Mi diverte anche leggere oltre ai romanzi, gli shojo. Gestisco il mio blog e le mie pagine facebook. Tra casa, famiglia e tutto il resto sto meditando di acquistare la giratempo di Hermione, magari funziona. 

Sei moglie e mamma, dove trovi il tempo dedicarti alla tua grande passione: la scrittura? 

Diciamo che durante la gravidanza e nei primi mesi dopo la nascita di mia figlia, ho avuto modo di scrivere tantissimo, lo facevo in ogni momento ed ero in un totale stato di grazia, piena di idee e di scene da buttare giù. Ora ammetto che con l'autopubblicazione, al di là del mio ruolo in famiglia, il tempo a mia disposizione si è decisamente compresso, quindi scrivo nei ritagli di tempo, ho rallentato un po', è normale. Scrivo dopo pranzo, e se ci riesco, qualche volta, il pomeriggio o la sera sul tardi, sempre che non crolli o non mi immerga in una fantastica lettura. Per me scrivere è un po' come respirare, fa parte di me e quando non ho modo di farlo, mi sento quasi incompleta, ho idee e dialoghi che mi scorrono nella testa come un film. A quel punto solo il mio fedele taccuino può salvarmi.

Sei appassionata della letteratura inglese del XVIII e XIX secolo, in particolar modo di Jane Austen e Charlotte Brontë. Com’è nata questa tua passione e quali i romanzi di queste due grandi autrici che porterai sempre con te? 

Bellissima domanda, amo parlare dell'ottocento inglese. La mia passione è nata quando avevo diciassette anni. Dovevo scrivere una tesina scolastica sul tema del suicidio nella letteratura e mi avevano dato da leggere "Le lezioni di letteratura" di Vladimir Nabokov. Invece di leggere la parte relativa a Madame Bovary, che era quella che mi serviva, mi gustai il saggio su "Mansfield Park". L'analisi attenta e puntuale dell'autore mi ha talmente affascinata, che il giorno dopo mi sono andata a comprare  il romanzo. Quello  è stato il mio incontro con Jane Austen, è nato un amore che non finirà mai. Da quel momento sono diventata un'avida lettrice di tutti i romanzi di Jane Austen, ma anche di altri autori del periodo, come appunto Charlotte Brontë, Charles Dickens, Elizabeth Gaskell, Oscar Wilde per citare i principali. Sono riuscita a procurarmi tutti i romanzi pubblicati in Italia di Charlotte Brontë, tre dei quali sono fuori catalogo ormai, un vero peccato perché sono dei veri gioielli, soprattutto "Shirley" che credo rimanga il mio romanzo preferito dell'autrice. Di Jane Austen amo più di tutti "Persuasione", che trovo assolutamente magnifico sotto ogni punto di vista e lo sbarazzino "Northanger Abbey", forse perché è una brillante e impietosa satira del romanzo gotico, che comunque amo.

Ma parliamo della tua seconda passione: il fantasy. Come nasce e cosa lo fa emergere su tutti gli altri generi nel tuo gusto?

Mi impacchio con queste domande, grazie per averle fatte. Ho imparato ad apprezzare il fantasy, sia young che adult, nei generi dell'urban fantasy  e del paranormal romance, solo da alcuni anni. Prima ne leggevo sporadicamente, ma ho imparato a divorarli col passare del tempo perché sono romanzi di evasione, ti portano in un mondo magico, nuovo, dove tutto è possibile. La fantasia è libera di volare, di esprimersi a 360° senza comunque dover necessariamente rimetterci in profondità di scrittura, di personaggi e di storie. Ho letto ottimi fantasy, un'autrice che amo particolarmente è Cassandra Clare, per la sua maestria nel tratteggiare  personalità e caratteri diversi, nel creare storie avvincenti, originali e ricche di stile. Un'altra autrice fantasy che amo e stimo per il suo lavoro è l'italianissima Amabile Giusti, che con i suoi "Cuore Nero" e "Odyssea" ha tratteggiato con pura magia personaggi incredibili, immortali. E cito anche la mia amica e collega Angela C.Ryan, davvero promettente con il suo bel parlato e le sue idee piene di inventiva, le auguro un futuro radioso e pieno di soddisfazioni. Potrei portare altri esempi, si può essere ottimi narratori anche nel mondo fantasy, un mondo non da sottovalutare.

Come nascono i tuoi romanzi?

Diciamo che tutto parte solitamente dai personaggi. Sono loro che mi "appaiono" per primi, non solo fisicamente, ma proprio caratterialmente, sono loro che mi dicono chi sono, che idee hanno, qual è la loro storia e io da umile scribacchina riporto fedelmente la loro natura. La storia quindi diventa una conseguenza di come muovo i personaggi, li lascio a briglia sciolta, seguendo un canovaccio base e poi vedo dove mi portano. Lo trovo un sistema divertente, mi sorprende sempre, mi da spunti e nuove idee e mi permette di rendere i personaggi al massimo della loro naturalezza. Secondo me, sanno sempre chi sono, in qualsiasi situazione. Quello che infatti amo molto in un personaggio ben costruito, quando leggo un romanzo, è la sua coerenza anche nelle evoluzioni. 
Prendo appunti su un taccuino quando non posso scrivere al pc. Comunque scrivo il romanzo direttamente al computer.

Assieme all’autrice Angela C. Ryan, già ospite di questo blog, pubblichi due romanzi appartenenti a “The Shadows Saga”. Rispettivamente “Black Shadow”, uscito in Aprile, e “Crimson Shadow”, pubblicato in Luglio. Di cosa trattano? 

"Black Shadow" e "Crimson Shadow" fanno parte di un progetto a cui Angela e io teniamo moltissimo. La saga tratta di personaggi soprannaturali che vedono intrecciarsi le loro storie e vite, creando un universo coerente in cui talvolta sono protagonisti e talvolta comparse. Ogni romanzo è autoconclusivo, anche se sfrutta spunti che verranno ripresi nei libri successivi.
"Black Shadow" narra le vicende di Alexander, un demone crudele e arrogante che deve scendere a patti con un lato di sé che non sapeva neppure di avere e con l'amore che inizia a nutrire per una strega, Denamora, una donna che cerca di convivere con il dolore di un passato che la perseguita e che troppo ha influenzato le sue scelte. È una storia d'amore potente e appassionata.
"Crimson Shadow" invece vede al centro della storia le vicende di un vampiro galantuomo e di una cacciatrice dal carattere ruvido. Due opposti in tutto, due nemici che il destino ha avvicinato. Il loro legame evolverà, diventerà intenso, forte, totalizzante e li cambierà per sempre.
Quello che abbiamo cercato di fare con Angela è stato di puntare molto sui caratteri dei personaggi, sulle loro profondità appunto e motivazioni, abbiamo cercato di reinventare in modo ironico, brillante e anche drammatico i miti di queste figure soprannaturali. Speriamo di esserci riuscite.

Questa collaborazione mi incuriosisce. Quale tecnica utilizzate nello scrivere a quattro mani? Qual è il segreto per ottenere ottimi risultati e dar continuità al testo?

Angela e io abbiamo due stili di scrittura molto diversi e proprio per rendere fluido il tutto, abbiamo trovato un escamotage: ognuna scrive dei personaggi, con il proprio  carattere e background e li facciamo interagire seguendo la traccia della storia come base, in questo modo le nostre differenze di stile si esaltano nella differenza caratteriale e ci divertiamo parecchio perché non sappiamo mai come reagirà l'altro personaggio in una determinata situazione, il che rende tutto più naturale, senza forzature e sorprendente. Alla fine poi revisioniamo il testo parecchie volte, rendendolo fluido e scorrevole.
Una cosa poi che rende molto stimolante il progetto è un costante confronto, che ci fa venire sempre idee nuove, spunti nuovi. Abbiamo ancora molto da raccontare e da dire. Non vediamo l'ora di farlo.

Nel settembre 2013 pubblichi il tuo primo romanzo da solista “I protettori dell’oracolo – Buio”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Due storie d'amore romantiche, intense, intrecciate, che si sviluppano in una società dalla doppia connotazione. Da una parte vanesia, effimera, governata da regole di opportunità e perbenismo, dall'altra oscura, segreta, dove nel buio della notte si nascondono dei mostri crudeli e pericolosi. I protagonisti sono quattro, ognuno con il proprio destino, con la propria storia. È un romanzo di crescita personale, i personaggi cercano il loro posto nel mondo, cercano di trovare la loro strada, ma non sempre è facile. Si commettono errori in buona fede. 
Ma è anche la storia di una vera e propria guerra che si trascina da secoli tra i Protettori, cacciatori che seguono il loro testo sacro, l'Oracolo, e i Notturni, creature di cui non si sa l'origine che seminano la morte per le vie di Londra durante la notte.




Com’è nata l’idea per questo romanzo?

"I Protettori" è un romanzo che ho voluto fortemente perché sposa due generi letterali che amo, due mie grandi passioni, appunto la letteratura dell'Ottocento inglese e il fantasy. L'idea è nata così, all'improvviso, come sempre succede. Mi è apparsa la prima scena del romanzo, Benjamin Nicholls si è presentato subito a me con la sua baldanza, arroganza e simpatica canaglieria. L'ho amato subito... partendo da lui ho cominciato a visualizzare gli altri personaggi e infine la storia che li coinvolgeva tutti.

Il romanzo è ambientato in una città di cui sono innamorata, Londra. Perché questa scelta?

Ho immaginato che Londra si prestasse perfettamente al genere di romanzo che volevo scrivere. Volevo evidenziare la forza della società dell'ottocento, quanto fossero radicati certi costumi, certi atteggiamenti, inoltre Londra ha anche una forte tradizione nel genere horror, vedi "Dottor Jekyll e Mr Hyde". Le strade londinesi sono buie, oscure, perfette per nascondere dei mostri, appunto i Notturni, creature terrificanti contro cui combattono i Protettori. Londra è il luogo ideale per raccontare tutto questo.

Hai qualche progetto futuro di cui vuoi mettervi a parte?

A dicembre uscirà il terzo romanzo di "The Shadows Saga" con Angela C. Ryan. All'inizio dell'anno prossimo poi pubblicherò la parte conclusiva dei Protettori, che è già scritta e che sto editando e revisionando.
Ho un altro romanzo già finito che per ora tengo nel cassetto e, se tutto va bene, lo pubblicherò per la fine dell'anno prossimo. Infine sto lavorando a un altro romanzo ancora, un urban fantasy che potrebbe essere l'inizio di una saga se mi soddisferà. E finché avrò idee, farò in modo che trovino sempre la strada per liberarsi, per vivere e farsi raccontare. 

E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. Ti faccio un grossissimo in bocca al lupo per il tuo lavoro.

Grazie infinite Linda. Sai, mi fa tenerezza questo lupacchiotto. A parte gli scherzi, un grazie a tutti per avermi ascoltata.


Per seguire Patrisha   FANTASY WORLD OF PATRISHA MAR

mercoledì 16 ottobre 2013

ALBION di Bianca Marconero

Oggi vi presento "Albion" il romanzo di Bianca Marconero che, prossimamente, avrò il piacere di ospitare nel mio blog.
Una storia di amore, di amicizia e di onore. La storia di un ragazzo e di un destino che affonda le sue radici in un'epoca che ancora oggi è leggenda.


QUARTA: Cresciuto senza madre, e dopo aver perduto il fratello maggiore – morto in circostanze misteriose –, nel giorno del funerale dell’amatissimo nonno, Marco Cinquedraghi riceve la notizia che gli cambierà la vita: deve lasciare Roma e partire per la Svizzera. È infatti giunto il momento di iscriversi all’Albion College, la scuola in cui, da sempre, si diplomano i membri della sua famiglia.
Ma il blasonato collegio riserva molte sorprese. Tra duelli di spade e lezioni di filologia romanza, mistici poteri che riaffiorano e verità sepolte dal tempo che riemergono, Marco scoprirà il valore dell’amicizia e capirà che l’amore, quello vero, non si ottiene senza sacrificio.
Nelle trame ordite dal più grande dei maghi e nell’eco di un amore indimenticabile si ridestano legami immortali, scritti nel sangue. Fino all’epilogo, tra le mura di un’antica abbazia, dove Marco conoscerà la strada che le stelle hanno in serbo per lui.
Il destino di un re il cui nome è leggenda.





 




Accingersi a recensire questo romanzo non è cosa semplice. Permettetemi di iniziare utilizzando una sola definizione: EPICO! E' il termine che più lo rappresenta e ne riassume la sostanza: epico è il romanzo, epico il tema trattato ed epico l'eco che risuona nella mente del lettore a lettura conclusa.

Il libro si presenta con una copertina rigida e una sovracopertina lucida e non è cosa da poco per un romanzo d'esordio. Aggiungeteci la trama originale e una biografia ammantata di mistero, ne uscirà un romanzo irresistibile.

Il primo capitolo si apre con un funerale, in cui facciamo la conoscenza del protagonista, Marco Cinquedraghi, secondogenito di una facoltosa famiglia italiana. Il lettore percepisce sin dalle prime righe la solitudine che circonda Marco, malgrado le apparenze: un padre assente e autoritario, una matrigna invisibile e un fratello morto in circostanze non del tutto chiare. Ed è con questo carico sulle spalle che Marco verrà 'spedito' all'Albion College, un prestigioso istituto svizzero in cui il ragazzo dovrà studiare e distinguersi, rispettando la tradizione. Ma ci sono molti misteri nascosti tra le torri imponenti del college, niente è come sembra, a partire dall'istituzione, dalle regole e dalle materie non convenzionali che si studiano.





'Primo, scopri i tuoi alleati. Secondo, individua i loro punti di forza. Terzo, scopri chi sono i nemici. Quarto, individua i loro punti deboli. Quinto, quando vedi il lato scoperto, non colpire per ferire. Colpisci per uccidere. E' solo così che si resta vivi all'Albion.'








Uno dei temi fondamentali del romanzo è l'amicizia. Il romanzo trasuda in ogni sua pagina di questo sentimento che sboccia lentamente tra cinque ragazzi diametralmente opposti tra loro, ragazzi speciali con doni speciali, divisi dalle convenzioni e dalle tradizioni dell'Albion. Ma si sa, se l'amicizia è forte e ben radicata, non c'è barriera o regola che possa piegarla ...

L'altro tema a me molto caro è naturalmente l'amore che Marco nutre per la misteriosa Helena. Un amore osteggiato, combattuto, ostacolato. Un amore che sembra non trovare mai il giusto tempo, il giusto spazio e che farà arrabbiare, stizzire e intenerire il lettore. Devo ammettere che ho provato avversione per Helena per buona parte del libro. Marco non ne farà una giusta, ma lei in quanto a perdono lo batte egregiamente!





'La verità apparve chiara alla sua coscienza. Perché Helena aveva uno sguardo disarmante che lo paralizzava, cancellava ciò che sapeva di se stesso e lo faceva sentire impotente, inadeguato, così sbagliato da doversi nascondere.'








I personaggi sono tutti perfettamente caratterizzati. Uno degli aspetti più interessanti e a me particolarmente caro è proprio questa attenzione da parte dell'autrice. All'inizio, ammetto che il mio personaggio preferito non era assolutamente Marco, bensì il suo amico-nemico Deacon. Tutti i personaggi che ruotano attorno a lui hanno corposità, fascino e soprattutto spessore. Bucano le pagine e puntano dritto al cuore.

La scrittura della Marconero è fluida, mai scontata, davanti ai nostri occhi scorrono i prati e i corridoi dell'Albion, sotto la pelle sentiamo tutte le sensazioni ed emozioni di Marco e degli amici che incontrerà sul suo cammino.
Assistiamo a un vero e proprio viaggio che il protagonista compie dentro di sé, una maturazione lenta e graduale.





'Per tutta la vita si era sentito dire che i ricordi non andavano rincorsi e al contempo le stesse persone, prima di tutte suo nonno gli avevano insegnato che non c'era nulla di più importante della memoria e delle tradizioni-. E della famiglia.'












L'autrice ha un talento innato e una genialità rare a mio avviso. Questo romanzo non è solo un fantasy, ma un incrocio perfetto tra presente e passato, tra storia e leggenda. "Albion" è un romanzo che incanta proprio per la sua complessità. All'inizio crediamo di leggere la storia di una ragazzo che va al college, poi una storia in cui i poteri paranormali si mescolano alla realtà dei nostri giorni e, alla fine, tutto acquista un'eco ridondante di eroi e leggende intramontabili.

Ne ho divorato le pagine e supplico Bianca di darsi da fare per il seguito perché io sono ancora là appesa, in attesa della sua magica penna!


'Fine è solo in nome che diamo all'inizio di qualcosa di nuovo.'




lunedì 14 ottobre 2013

INTERVISTA A TERESA DI GAETANO

Ciao Teresa, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao Linda e grazie che mi ospiti nel tuo bellissimo blog. Vediamo... cosa posso raccontarvi un po’ di me... Beh... indubbiamente partirei dalla mia grande passione per la scrittura, che è nata grazie alla lettura ma credo faccia anche parte un po’ del mio DNA. Perché in famiglia non sono la sola che ama scrivere. Anche il fratello di mio nonno scriveva. Quindi, si può parlare di un certo destino? Io credo proprio di sì. L’amore per la scrittura è un qualcosa che nasce con te, non si può inculcare. Al massimo, grazie alle letture si può “sviluppare”, ma indubbiamente si nasce con dentro questa grande passione. All’inizio scrivevo però di nascosto dai miei genitori. Forse avevo timore che la sfrenata fantasia di cui ero dotata non potesse essere compresa appieno. Sono diciamo “uscita” allo scoperto grazie alla mia gavetta per diventare giornalista. Scrivendo per i giornali e per la tv era quasi normale ormai per me svelare in famiglia il mio piccolo grande segreto.

Un diploma in Giornalismo Radiotelevisivo e la professione di giornalista che svolgi collaborando con alcune testate  giornalistiche locali. Dove trovi il tempo per dedicarti alla scrittura?

Purtroppo, non dipende da me naturalmente, ma non collaboro più per i giornali o per l’emittente televisiva. Scrivere per i giornali e la tv ti fa comprendere molte cose. La scrittura giornalistica è diversa da quella per un romanzo, e credo proprio che un po’ tutti gli scrittori dovrebbero sperimentarla. Prima scrivevo per me stessa, per mio diletto. Grazie al giornalismo ho capito che bisogna “scrivere per essere letti”. Si apprende molto dalle tecniche giornalistiche, e un po’ tutti dovrebbero farla questa esperienza.
Certo, ammetto che andare a Roma mi ha aperto maggiormente gli orizzonti, perché ero decisamente chiusa nella mia piccola realtà locale.

Hai frequentato un corso di giornalismo a Roma, conseguendo il titolo in “Laboratorio di giornalismo e tecniche audiovisive”. Annoverando tra i tuoi insegnanti le migliori firme del giornalismo italiano. Cosa ricordi di questa esperienza?

Bellissima. Ho trovato per caso questo corso su internet. Non contenta di quello che stavo già facendo a Palermo, volevo “approfondire” la mia tecnica giornalistica. Io sono un po’ così: non mi sento mai “arrivata”, penso sempre che devo imparare qualcosa. E quindi cerco sempre qualcosa (un corso, un’esercitazione, etc.) per migliorarmi. Il corso si svolgeva solo i fine settimana per tutto il giorno, una sola volta al mese. Era aperto a tutta Italia e non c’erano particolari selezioni da dover affrontare. Lì ho incontrato tanti ragazzi, tanti aspiranti giornalisti, tutti provenienti da regioni diverse d’Italia. Ed è stato bello incontrarli perché anche loro erano impegnati nei loro fronti e questo mi spronava, mi dava forza per andare avanti. Infatti, ogni mese ritornavo da Roma nella mia città diversa, arricchita da questa bella esperienza. E poi, poi che dire degli insegnanti? Molto molto professionali. Mi hanno insegnato proprio tutto sulle tecniche del giornalismo. 

Sei stata allieva della rivista “Storie” di Roma, distribuita anche in Europa e in America. Qui, la tua esercitazione sul ‘momentismo’ è stata pubblicata nell’antologia allegata alla rivista. Di cosa si tratta?

Anche la rivista “Storie” l’ho trovata per caso su internet. Mi sono abbonata e sono rimasta decisamente sorpresa dello stile. Perché loro pubblicavano soprattutto racconti di scrittori americani (o inglesi) e pubblicavano testi davvero particolari. Non so come definirteli... di un certa “classe”. Sì... credo che sia questa la corretta definizione: “raffinati”. Ho svolto con loro i tre livelli di scrittura creativa on line. L’ultimo era proprio questa nuova corrente letteraria “il momentismo”. L’esercitazione consisteva nel raccontare in soli dieci minuti quello che stava accadendo. Per questo, loro davano un giorno e un orario ai corsisti e tutti (chi decideva di partecipare) dovevamo sedere al pc e raccontare quello che stavamo facendo in quel momento. Lo scritto si doveva bloccare proprio allo scoccare del decimo minuto. Quindi, sì... la narrazione si interrompeva improvvisamente.

Hai anche frequentato un corso per scrittura on line con la scrittrice Moony Witcher, e il tuo romanzo fantasy “Emerald l’elfa dei draghi” è stato pubblicato come esercitazione sul sito della casa editrice. Vuoi lasciare un link per i lettori dove è possibile scaricarlo gratuitamente?

Sì... “Emerald l’elfa dei draghi” è un fantasy nato dall’esercitazione svolta con la scrittrice Moony Witcher . Se volete, potete leggerlo gratuitamente a questo link: http://www.moonywitcher.com/blog/emerald-lelfa-dei-draghi-di-teresa-di-gaetano/
Grazie a questi corsi che ho fatto con la scrittrice Moony Witcher sono nate molte storie, come ad es. quella di "Yinger e l’Antico Tomo." Sono molto grata alla scrittrice, perché ha incoraggiato e spronato la mia scrittura. Oltre che mi ha fatto i complimenti. E i complimenti espressi da un grande scrittrice come lei valgono sicuramente il doppio!!!

Hai partecipato a due concorsi giornalistici aggiudicandoti la vittoria. Uno presso l’emittente televisiva Alpa 1 per la realizzazione di un telegiornale giovanile  e l’altro vincendo uno stage di quattro mesi presso l’ADNKRONOS sezione cultura di Roma. Parlacene.

Il concorso televisivo era stato istituito nell’ambito di un progetto della mia provincia. Il progetto prevedeva la realizzazione di un telegiornale televisivo fatto dai giovani per i giovani, che si chiamava Winzip informazioni. Quando ho partecipato al concorso non pensavo né speravo di vincerlo. Invece, a sorpresa, dopo circa un anno ricevo la telefonata del giornalista che mi comunicava non solo che avevo vinto ma che addirittura ero arrivata prima con votazione “ottimo”.
Il secondo concorso era più che altro un premio giornalistico-letterario organizzato dal premio Anguillara Sabazia. Consisteva nell’inviare un proprio articolo edito, ed io ricordo che ho inviato l’intervista che avevo fatto ad un poeta. Ed ho vinto lo stage presso l’ADNKRONOS sezione cultura di Roma.

Partecipi a diversi premi letterari con alcuni racconti che vengono poi inseriti in apposite antologie. Uno di questi è il racconto “Bianco come la neve” con cui sei arrivata terza al Concorso letterario ‘C’era una volta…’. Daccene un assaggio.

Sì... prima partecipavo molto a questi premi letterari. Ora non più. Trovate il racconto pubblicato su questo sito: http://www.gliautori.it/teresadigaetano.html

Curi personalmente il tuo blog “Il diario di Teresa” e “La sabbia delle streghe” dedicato al tuo omonimo romanzo. Parlacene.

Amando molto scrivere, per me è quasi normale avere dei blog.
“Il diario di Teresa” dice tutto il titolo: è il mio diario personale di scrittrice. Racconto di me, dei miei libri, delle mie piccole passioni (cinema, manga e lettura), ma anche dei miei momenti bui e di sconforto. Ebbene sì... mi racconto quasi totalmente. Da adolescente tenevo un diario per tenermi in esercizio con la scrittura. Con il blog ho fatto questa doppia operazione: ho recuperato la mia passione per il diario ed ho recuperato l’antico uso dei blog. Sì... perché i blog, inizialmente, nascevano proprio così: come dei diari on line. Oggi per lo più vengono “usati” per i libri, quindi per la letteratura.
Per quanto riguarda “La sabbia delle streghe” è il blog ufficiale della mia saga fantasy. Essendo composta di 12 volumi, mi sembrava quasi doveroso dedicare un blog a parte. Si trovano curiosità, anteprime, interviste: tutto sul mio magico mondo.

Nel novembre 2003 pubblichi la tua prima raccolta di racconti “Bubble, Bubble! Dodici racconti” cui fa seguito, nel 2006, “Conchiglia… e altri racconti”. Se dovessi dare un consiglio agli esordienti che vorrebbero tentare con il racconto, quale sarebbe?

Lo sconsiglio. I libri di racconti non vendono molto, purtroppo. Non ho esordito con saggezza, lo ammetto. Meglio scrivere un romanzo, anche breve, ma non un racconto. I racconti sono più adatti secondo me da pubblicare su un blog letterario o su un Forum, in qualche contest, ma se potete evitate le raccolte di racconti. Il pubblico ama seguire i personaggi per più pagine. Nel racconto non c’è la possibilità di spiegare nel poco spazio tutte le situazioni. Ed è per questo che ormai non scrivo quasi più racconti. 

Nel febbraio 2007 pubblichi il tuo primo romanzo fantasy “La bambola di vetro”. Seguirà poi il romanzo “La sabbia delle streghe – La leggenda di Primrose” edito da Butterfyl Edizioni e, sempre con questa editrice, anche romanzo rosa “Senza di te”. Come riesci a mutare così facilmente genere letterario? E a quale sei più affezionata?

Per ora amo entrambi i generi: fantasy e rosa. Non è poi molto difficile passare da un genere all’altro, proprio perché un aspetto che curo molto nelle mie storie fantasy è l’amore. Non si troverà mai un mio fantasy dove questo aspetto non è curato. E’ un sentimento che mi sta particolarmente a cuore. Sono un’inguaribile romantica, lo ammetto! Però, guarda, volevo anche far notare che ogni mio libro è diverso rispetto all’altro, questo perché appunto non mi piace “usare” sempre uno stesso stile o una stessa tecnica di scrittura. Ogni mio scritto è il frutto delle esperienze che ho vissuto in quel determinato momento in cui l’ho scritto. Oltre dei commenti e delle critiche dei lettori. E sempre anche per quel principio che “occorre sempre migliorarsi”. E comunque, se un giorno sarò incuriosita anche da altri generi letterari, non mi tirerò indietro e sperimenterò senz’altro. Sono aperta a tutto! 

Nel settembre 2013 pubblichi il romanzo “ Yinger e l’Antico Tomo” appartenente sempre alla saga de “La sabbia delle streghe”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Farò un breve cenno alla trama. Così... giusto per incuriosirvi.
Yinger è una maga dueng, un particolare tipo di maga. Lei, infatti, a differenza dei normali maghi non può svelare a nessuno il suo segreto, altrimenti perde i suoi poteri. A meno che non siano maghi come lei. Sua nonna, Aduial, le affida una missione molto importante: portare l’Antico Tomo nella città di Akyab per salvarla dalla tirannia del mago malvagio Zhoseng. Così Yinger, insieme al suo amico di infanzia Aless, parte. Le accadranno diverse avventure; incontrerà amici, nemici e alleati. Ma soprattutto dovrà fare una grande scelta. Ma per scoprirla dovete naturalmente leggere il libro!




Nel tuo ultimo romanzo tratti abbondantemente di magia. Ti attrae questo argomento? E i tuoi personaggi sono mai autobiografici o possiedono qualche tratto a te conforme?

Sono particolarmente legata alla figura della “strega”, tra i personaggi fantasy. Perché io ho recuperato un po’ il principio che vige nel telefilm “Streghe” e cioè che le streghe possono essere anche “buone”, anche se la mia saga l’ho scritta (il primo libro) e pensata molto prima che questo famoso telefilm fosse trasmesso e precisamente nel 1994. Quindi... diciamo che l’idea è venuta prima a me!
Sì... forse molti scrittori lo negheranno, ma, secondo me, c’è sempre qualcosa di loro nei loro personaggi. Quindi, sì... è probabile che qualche tratto del carattere di Yinger mi somigli un pochino. Non lo nego. Però sinceramente non saprei dirti quale. 

Com’è nata l’idea per “Yinger e l’Antico Tomo”?

Ho sempre avuto, da quando navigo, il desiderio di giocare ai giochi di ruolo, detti anche GDR... non so se li conosci. Ebbene, sono capitata in un Forum fantasy ed ho chiesto di giocare. Nei GDR per giocare bisogna inventare prima una scheda-personaggio, così gli altri giocatori sanno a grandi linee le caratteristiche del tuo personaggio. Et voilà: è nato il personaggio di Yinger. Poi, per impegni vari, non ho potuto più giocare; infatti, mi sono ritirata. Però mi dispiaceva tanto che quel canovaccio di storia che avevo inventato per il personaggio non prendesse vita, così, quando si è presentata l’occasione l’ho “riutilizzato”. E l’occasione si è presentata quando ho svolto il secondo livello di scrittura on line con la scrittrice Moony Witcher.
La scrittrice, periodicamente, mi inviava delle tracce, come dei temi, da svolgere. Ed io ho ripreso il personaggio, riadattando la storia alla mia saga fantasy. Poi, unendo i temi tra loro, ne è nato un lunghissimo racconto (se volete leggere gratis, lo trovate qui: http://www.moonywitcher.com/blog/yinger-e-lantico-tomo-di-teresa-di-gaetano-corso-adulti-%E2%80%93-secondo-livello/ ) che è stato pubblicato sul blog della scrittrice. Ma io ho continuato a rimanere affezionata a Yinger, al suo personaggio, e così da sola ho continuato la storia, scrivendo il libro che c’è oggi.

Vuoi anticiparci qualche progetto futuro?

Oh! Mamma... progetti per il futuro ne ho tanti, davvero. Da dove comincio? Beh... innanzitutto sto scrivendo un capitolo inedito su Yinger. Questo capitolo sarà possibile leggerlo gratuitamente e a pezzi in cinque blog differenti, perché ho intenzione di fare l’esperienza del blogTour. Poi, entro quest’anno dovrebbe uscire “Alla ricerca dei ricordi” secondo volume della saga e della trilogia dedicata alla principessa Primrose. Nel frattempo, sto scrivendo “Milmay, la nuova regina” (altro libro della saga) e “Rimani qui con me” un romanzo d’amore d’epoca un po’ particolare. E... basta! Credo che le mie prossime risorse saranno comunque rivolte alla scrittura dei libri della saga "La sabbia delle streghe". A meno che non arrivi l’ispirazione per qualche altra storia. Chi può dirlo?

E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. Un grandissimo ‘in bocca al lupo’ per il tuo lavoro.

Grazie Linda per avermi ospitato nel tuo splendido blog. E speriamo di rivederci presto, magari per un’altra bella chiacchierata come questa!


Per seguire Teresa    IL DIARIO DI TERESA



lunedì 7 ottobre 2013

INTERVISTA A J. SHOULDERBLADE

Ciao J. Shoulderblade, benvenuto nel mio blog. E’ doveroso iniziare questa intervista spiegando ai lettori che ci seguono che tu scrivi sotto pseudonimo. Perché questa scelta?

Ciao e grazie a te per l’ospitata! Mi chiamo Giuseppe Scapola e ho deciso di usare lo pseudonimo di Shoulderblade, che è la traduzione letterale del mio cognome, perché preferivo che i miei ebook avessero come autore un nome più internazionale del mio e scrivendo di Sci-Fi, mi sembrava l’opzione migliore.

Sei un appassionato di letteratura  e spazi dalla fantascienza al giallo, dal medievale allo storico. Quali le letture che più ti hanno appassionato?
Sono nato come lettore di gialli...letti centinaia fin da piccolo, poi sono passato ai testi storici e medievali, sempre romanzi, fino ad approdare alla fantascienza. Ho letto con molto gusto Agatha Christie e SS.Van Dine, per poi arrivare a Evangelisti ed Eco con "Il Nome Della Rosa".

Philip K. Dick  e Valerio Evangelisti sono tra i tuoi autori preferiti. Per chi non conosce questi due autori quali letture consiglieresti come primo approccio?
Sicuramente due libri fenomenali, che esulano dai contesti della fantascienza ma possono essere considerati quasi mainstream, sono "Ubik" di Dick e "Cherudek" di Evangelisti.

Qual è stato l’input che ti ha fatto avvicinare al mondo della scrittura?

Ho iniziato a scrivere dai tempi delle medie. I miei temi di italiano erano sempre i più estrosi e già all’epoca, fantascientifici. Poi ho condensato alcune idee in racconti che ho poi raccolto insieme. L’input è stato sicuramente il fatto di aver letto tantissimo e voler replicare i grandi autori.
Sei autore di parecchi racconti di Fantascienza. Come affronti il racconto? E’ un genere che ti stimola più del romanzo?

Si, il racconto è una storia che deve iniziare e finire in poche pagine. Una sfida. Un romanzo ha tempi lunghi per raccontare una storia, il racconto deve essere veloce, incisivo e originale, il tutto in poche pagine. I miei racconti nascono da idee impossibili che tento di trasporre su carta, sfidando me stesso a risolvere un enigma che ho creato nelle prime righe. Nascono così.
Nel novembre 2012 pubblichi la tua prima raccolta “Nell’aria nel vento e nella pioggia”. Di cosa tratta il tuo esordio?

Dodici racconti, tutti con il COLPO DI SCENA, una mia ossessione. Sono racconti fantastici, di fantascienza e di atmosfera. Chi ha letto Matheson, sa di cosa parlo.

Nel febbraio 2013 pubblichi il tuo secondo libro “Il cubo” che ti vale la vincita del Concorso letterario indetto da Talemotion.com. Cosa ricordi di questa esperienza?
Con "Il Cubo", un racconto nato e scritto in una notte, ho vinto, appunto, il primo premio del Concorso Letterario di Talemotion. Il premio voleva una storia circolare. E io gliel’ho data. Penso sia uno dei più intricati, misteriosi e irrisolvibili racconti che abbia mai scritto. E anche il più bello! :-) Finora.

Questo secondo edito viene anche tradotto in inglese. Una bella soddisfazione. Come mai questa scelta?
Uno dei premi del concorso è stato quello di avere la traduzione dello scritto in una lingua a scelta. Ho scelto l’inglese perché il mercato anglofono è il più vasto. Ho deciso di metterlo in vendita per vedere come andava, ma i risultati sono stati deludenti. Troppa concorrenza.

Nel giugno 2013 esce il tuo terzo romanzo “Sine Die”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
"Sine Die" ha avuto una genesi particolarissima. Nato da un racconto che avevo nel cassetto. Poi ho deciso di darlo in pasto ai lettori di TheIncipit per vedere come portarlo avanti. E da lì è proseguito il tutto, ho scritto 10 capitoli, indirizzati dai lettori, e messi on line. Uno dei racconti più intricati che abbia mai scritto, molto complesso e con vari livelli di lettura.





 Quali tematiche affronti nel tuo libro?
Le tematiche care a Philip Dick. Cos’è vero? Cos’è reale? Come faccio a capire che quello che mi circonda è materia oppure il risultato dell’elaborazione dei nostri sensi?

Qual è stata l’idea per “Sine Die”?
Spunto durante l’esame di Logica ai tempi dell’università, tutto qua.

Hai qualche progetto futuro di cui vuoi metterci a parte?
Si, c’è un romanzo che stiamo scrivendo a ben 8 mani! Un romanzo che spero piaccia a molti ammiratori di Dan Brown.
Inoltre il mio nuovo racconto su theIncipit sta procedendo alla grande, dategli un’occhiata, http://www.theincipit.com/2013/07/doppelganger-giuseppescapola/.
In più, un progetto che sto portando avanti con una bravissima fumettista, è di portare su ebook la versione graphic novel del Il ‘Cubo’!
Ti invio, in anteprima, un’immagine tratta dalle bozze!



E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!
Grazie Linda, anche per me è stato un piacere! Alla prossima!

Per seguire J.Shoulderblade    NEL VENTO NELLA PIOGGIA

giovedì 3 ottobre 2013

L'artista che c'è in te - INTERVISTA A ROSSELLA SICILIA

Oggi inauguro ufficialmente la rubrica L'ARTISTA CHE C'è IN TE, uno spazio tutto dedicato alle persone talentuose che si adoperano per la buona realizzazione di un libro, ma che solitamente restano invisibili all'occhio del lettore.
Ho voluto creare questa rubrica per dare voce ai creatori di booktrailer e cover che non svolgono questa mansione per professione ma per pura passione e meriterebbero ampio lustro per le loro opere.

La mia prima intervista và a una persona molto speciale, una ragazza con un cuore grande e un talento altrettanto grande. Devo ringraziare Facebook per averci fatto incontrare e per avermi dato la possibilità di ammirare il suo talento. La ragazza di cui parlo è ROSSELLA SICILIA e, alla fine di questa intervista, sono certa catturerà anche la vostra attenzione e converrete con me che in lei c'è un grande lato artistico che deve essere evidenziato e apprezzato!


Ciao Rossella, benvenuta nel mio blog. Tre aggettivi per definirti.

Ciao Linda e grazie per avermi  invitata nel tuo meraviglioso blog! Per me è un grandissimo onore! E’ difficile riassumersi in tre aggettivi ma ci proverò! Sensibile, tenace e probabilmente troppo romantica!

Diplomata in ragioneria, lavori nel campo contabile presso una piccola realtà commerciale del tuo paese, Cosenza, ma non solo. Collabori anche con  il responsabile provinciale della Zanchelli, di cosa ti occupi nello specifico?
L’agente della sede Zanichelli per la provincia di Cosenza mi ha affidato la gestione del magazzino e dell’ambito amministrativo dell’agenzia. E’ un lavoro che mi appassiona e mi completa: sono circondata dai libri e per me è quasi come essere in un piccolo angolo di paradiso. Già il semplice gesto di sfiorare un libro, collocarlo negli scaffali oppure farlo recapitare a chi lo richiede, mi offre momenti di serenità e di benessere.

E, se ciò non bastasse a tenerti occupata, sei anche istruttrice di danze caraibiche. Parlaci di questa tua passione che ti ha portato a tramutarla in professione vera e propria.
La strada è ancora lunga perché possa diventare una professione, anzi posso dire di essere ancora all’inizio di questo cammino illuminato dalla musica e dalla danza. Anche in questo caso, come per la letteratura, è stato un colpo di fulmine. E’ stata la persona che poi sarebbe diventata mio maestro e, soprattutto, amico fidato e insostituibile, a guidare i miei passi, a farmi innamorare di quest’affascinante disciplina caratterizzata dall’allegria e dalla grazia. Purtroppo, questa persona non è più accanto a me fisicamente, ma continua a darmi la forza e la voglia di trasmettere agli altri quella “filosofia” che contraddistingue questa danza: il rispetto e la fiducia verso il proprio partner di ballo, quell’abbandonarsi alla melodia per manifestare la propria essenza, con semplicità e umiltà, in un clima di festa e condivisione di sentimenti.

Ma parliamo della tua più grande passione: la letteratura. Come nasce?
Sin da piccola ho amato leggere, ma questo amore viscerale e incontrollabile per la letteratura credo proprio sia fiorito un giorno della mia adolescenza quando, curiosando tra i libri di una bancarella, mi è capitato  tra le mani un libro di Sibilla Aleramo dal titolo "Il passaggio". E’ stata una folgorazione, la nascita di un bisogno di capire, di abbandonarmi al potere della lettura. Ho cominciato a leggere tutte le opere di questa scrittrice, e la sua scrittura autobiografica mi ha condotto verso la necessità di leggere altri diari ed epistolari. Da qui la mia predilezione per questo genere letterario! Attraverso la letteratura cerco di rispondere a quel continuo richiamo della verità, a quel bisogno di comprendere il mondo esterno e soprattutto quel mondo interiore difficile da decifrare.

Quali sono i tuoi autori preferiti?
Adoro, tra molti altri,  Cristina Campo, Emily Dickinson, Clarice Lispector, Alessandro d’Avenia, Guillaume Musso, Virginia Woolf, Paola Calvetti, Antonia Pozzi, e non posso certo dimenticare Linda Bertasi, che mi ha conquistato sin dal primo libro che ho letto! La lista è molto lunga ma mi fermo qui, sottolineando che sto avendo modo di scoprire numerosi talenti emergenti che sicuramente rischiareranno lo scenario letterario italiano..ogni autore ha qualcosa da rivelare di se stesso e soprattutto di colui e colei che lo legge!

Tre libri da cui non potresti mai separarti?
Sono numerosi i libri che hanno in qualche modo segnato la mia vita da lettrice: dovendo scegliere credo che non potrei assolutamente rinunciare a “Lettere a Mita” di Cristina Campo, un epistolario di rara bellezza letteraria e umana, al "Diario" di Etty Hillesum, e come ho già anticipato, a "Il passaggio" di Sibilla Aleramo.

La tua passione per la ‘filosofia al femminile’ mi incuriosisce. Come è nata e quale lettura consiglieresti per chi vorrebbe affacciarsi a questo mondo?
Credo di poter far risalire la nascita di  questa passione proprio alla lettura dell’epistolario e dell’opera di Cristina Campo. E’ stata proprio lei a guidarmi, attraverso i suoi scritti, alla scoperta di filosofe come Maria Zambrano e Simone Weil; e da qui poi è stato tutto un percorso che si è tracciato da sé, un nome mi portava ad un altro, fino a delineare  tutto un mondo sommerso che ancora oggi fa fatica ad emergere : mi riferisco alla monumentale opera delle grandi filosofe, donne di grande talento  e sensibilità che sono  sempre state presenti, anche se in modo silenzioso, e che solo negli ultimi anni, grazie al coraggio e alla forza di altre donne, abbiamo avuto la possibilità di conoscere in tutta la loro grandezza.  

La passione per la letteratura e la vicinanza della persona a cui sei legata sentimentalmente, ti hanno fatto scoprire un’altra attitudine in cui, permettimi l’osservazione, eccelli alla grande: i montaggi video. Qual è stato l’input?
Prima di tutto devo ringraziare te, per la fiducia e la stima che mi hai rivolto sin dall’inizio! Legata alla recente passione per il mondo della fotografia, passione che mi ha trasmesso Daniele, il mio compagno, mi sono lasciata sedurre dalla bellezza dei montaggi video.
E’ iniziato tutto quasi per gioco, e Il tuo bellissimo libro "Il rifugio" è stato uno dei primi protagonisti dei miei tentativi di montaggio.
Mi attraeva l’idea di tradurre in immagini e musica la storia, le emozioni destate dalla lettura di un libro e così, senza nessuna ambizione o nessun particolare fine, ho cominciato con un semplice programma di montaggio amatoriale a legare le frasi che mi avevano colpito profondamente a quelle immagini che in qualche modo evocavano un particolare passo del libro.
Ed è così che è nato, senza neanche saperlo, in modo inconsapevole, il sogno di poter realizzare dei booktrailer! E’ stato il sogno stesso a scegliermi!

Sulla tua pagina youtube è possibile ammirare le tue creazioni che ti hanno fatto notare dalla direttrice della Butterfly Edizioni e collaborare attivamente con questa dinamica casa editrice. Come ti calza questa tua nuova mansione?

Faccio ancora fatica a credere che sia potuto accadere! Ho accolto la proposta della direttrice con incredulità e una gioia senza pari..e così il sogno è diventato straordinariamente reale!
Collaborare con questa interessante casa editrice, giovane e piena di idee,  mi riempie il cuore di entusiasmo e meraviglia: creare dei booktrailer per i libri editi dalla Butterfly, libri che, sottolineo, sono l’uno più meraviglioso dell’altro, mi regala delle emozioni indescrivibili: cerco di catturare l’essenza di ogni libro e di farla librare per raggiungere il cuore e l’attenzione di chi guarderà il video e dedicarsi successivamente alla sua lettura! Spero che questo sia l’inizio di una duratura e sempre più profonda collaborazione con questa eccellente e prodigiosa casa editrice.
Colgo l’occasione per ringraziarla pubblicamente per l’eccitante  e magnifica opportunità di cui mi ha fatto dono! Ma ancor di più devo ringraziare te perché hai fatto da tramite, hai indossato l’abito di angelo custode per introdurmi in questo affascinante mondo dell’editoria.
Il tuo talento, però, non sferma qui. Gestisci anche un blog e una pagina facebook dall’omonimo nome 'Books Serendipity' in cui tratti di libri, recensisci le tue letture e crei immagini con le tue citazioni preferite. Parlacene.

Per spiegare lo spirito del mio blog e della pagina Facebook voglio citare un pensiero di Cristina Campo: "Se qualche volta scrivo è perché certe cose non vogliono separarsi da me come io non voglio separarmi da loro. Nell'atto di scriverle esse penetrano in me per sempre - attraverso la penna e la mano - come per osmosi."
Ecco , è proprio questa impossibilità nel potermi separare da ciò che leggo che mi spinge a mettere nero su bianco le emozioni e le sensazioni provocate dalla lettura, a condividere quelle parole, quelle frasi che mi entrano nell’anima, e che poi amo legare a quelle immagini che mi colpiscono per la loro bellezza e la loro poesia.


Perché hai scelto il titolo Books Serendipity?

La parola Serendipity mi ha sempre affascinata per la sua magia e il suo significato difficile da circoscrivere. Viene tradotto in italiano col termine 'Serendipità', facendo riferimento a quel trovare una cosa  non cercata, imprevista, mentre se ne cerca un’altra.  Per me è una straordinaria forza alchemica, a cui difficilmente riesco a sottrarmi, e che mi ha sempre permesso di fare delle inaspettate e indimenticabili scoperte letterarie. Per questo ho legato questo magico concetto al mondo dei libri: mi capita sempre che, proprio quando sto cercando un particolare libro, vengo catturata dalla copertina, dal titolo, dalla frase di un altro libro, e magari poi sarà quest’ultimo a portarmi verso altri lidi letterari..è una strana catena , interminabile, ricca d’incanto, che mi tiene piacevolmente prigioniera! E’ quasi come se ogni pagina fosse legata ad un’altra pagina da un filo invisibile e inspiegabile!
Terminerei l’intervista lasciando i tuoi recapiti se qualche autore o lettore fosse interessato  ai tuoi lavori.

Peccato essere già alla fine di quest’appassionante intervista!

Chi vorrà contattarmi può farlo tramite:
- il mio blog BOOK SERENDIPITY BLOG
- il mio profilo Facebook ROSSELLA SICILIA
- la mia pagina facebook BOOKS SERENDIPITY FANPAGE
- il mio canale youtube ROSSELLA SICILIA youTUBE.

In bocca al lupo per il tuo futuro perché, sono certa, sarà roseo e grazie di essere stata la prima ospite della mia nuova rubrica.
Grazie di cuore Linda per la tua attenzione e per l’interessante intervista, e soprattutto grazie per avermi voluto come prima ospite di questa tua nuova rubrica, che sicuramente riserverà bellissime sorprese e che seguirò con assiduità.
Essere qui è’ per me motivo di orgoglio e di gioia. Grazie ancora e buona fortuna anche a te!

Per concludere questo spazio dedicato a ROSSELLA SICILIA voglio mostrarvi i bellissimi booktrailer realizzati per la Butterfly Edizioni.

Buona visione!