lunedì 3 giugno 2013

INTERVISTA A FRANCESCA ORELLI

Ciao Francesca, benvenuta nel mio blog! Raccontaci qualcosa di te

Ciao Linda, un saluto anche a te e ai lettori del tuo blog!
Eh, "raccontaci qualcosa di te"...una domanda semplice, almeno in apparenza, ma che si presta a molte risposte vista la mia "poliedricità"!
Senza andare troppo nei dettagli, la mia persona si potrebbe riassumere in tre personalità: quella della studentessa universitaria di 25 anni, con la passione per la letteratura italiana e la scrittura, oltre che naturalmente per l'universo dei libri ed editoriale, che l'ha portata a scegliere la facoltà di lettere e filosofia con indirizzo critico-editoriale; quella dell'autrice esordiente, che alla seconda pubblicazione si è ritrovata con un'onnipresente "valigia in mano" e a viaggiare dal nord al sud dell'Italia, chiamata da questo o da quell'altro promoter, attore o cantautore, facendo conoscere non solo la sua pubblicazione ma conoscendo a sua volta i diversi caratteri, le problematiche e i sogni più profondi dei ticinesi e degli italiani, e non da ultimo quella della rocker scatenata, appassionata di concerti e di gruppi, fino al punto da scegliere di togliersi dagli abiti della fan per indossare di volta in volta quelli dello staff e di entrare così a diretto contatto non solo con il gruppo in quanto tale sul palco, ma anche con le persone che ne fanno parte e con i loro aspetti più umani e più nascosti, che solitamente non mostrano nemmeno ai loro fans più fedeli o durante i live.


Appassionata di musica rock, lavori a stretto contatto con alcuni gruppi musicali e nel dietro le quinte dei concerti e degli open-air. Parlaci di quest’esperienza.

Eh, eh, prima di cominciare a parlarne, mi permetto di precisare già da subito un dettaglio: lavorare a fianco dei gruppi e nel dietro le quinte dei concerti, dei festival e degli openair è meraviglioso, soddisfacente ed appagante, ma non è facile!
Innanzitutto occorre possedere una pazienza smisurata, anche perché non tutte le band sono "gradevoli" a livello umano oltre che artistico, inoltre bisogna avere una notevole empatia, sapere gestire le piccole e grandi emergenze e, non da ultimo, anche cercare di mediare e di "placare" gli animi nel caso si verifichino dei problemi. Per farvi un esempio, qualche anno fa mi è capitato che due gruppi quasi venissero alle mani perché uno dei due voleva cacciare l'altro dalla bancarella per avere più spazio...per fortuna che non ero tanto lontana dal posto e che sulla strada mi è venuto subito ad avvisare un altro membro dello staff, perché sennò non so come sarebbe finita. Ma al di là di questi episodi, che comunque accadono molto di rado, posso dire che oltre a dei bravissimi artisti, nella maggior parte dei casi ho conosciuto delle persone meravigliose e con le quali sono tuttora in contatto sia in facebook che nella vita reale. Tra l'altro, cosa che è già successa, proprio tra loro mi è anche capitato di trovare dei sostenitori, degli aiuti molto validi (esempio: ad un certo punto, mentre stavo scrivendo "Nelle mani della ribelle", ho dovuto fare una ricerca sulle principali marche dai bassi. E chi è venuto in mio soccorso? Ben tre bassisti, due dei quali professionisti già sperimentati e che hanno suonato in tournée anche al fianco di artisti come Jorn Lande, Gotthard, solo per citarne un paio) e...anche dei lettori! Sembra strano, ma a dispetto delle voci che girano, il 99% dei musicisti legge almeno tre o quattro libri alla settimana.

Hai partecipato a diversi concorsi. Finalista al concorso nazionale svizzero "Linguissimo", vincitrice del Premio di merito per la poesia "Dolce Moloch" al premio letterario "Cardinal Branda Castiglioni" e segnalazione di merito al premio "Parole sparse" per la poesia "Alma". Cosa ricordi di queste esperienze?

Per quanto riguarda il "Parole Sparse" mi è arrivata la segnalazione di merito a casa, quindi non c'è stata una premiazione pubblica ma a me andava bene così, anche perché ero molto più timida rispetto ad ora e l'apparizione in pubblico mi imbarazzava a dir poco.
 Del premio di poesia "Cardinal Branda Castiglioni" ho un bel ricordo, in quanto oltre ad essere con i miei ventun anni l'autrice più giovane ad essere premiata, il mio piccolo lavoro letterario venne associato pubblicamente per stile e per contenuti ad una poesia di Dante Alighieri...provate ad immaginare il mio imbarazzo e la mia vergogna quando una giuria di letterati e di gente comunque di cultura mi ha letteralmente messa a paragone con un maestro della lingua, della letteratura e che ha fatto anche la letteratura e la lingua italiana, insomma, un grandissimo che ancora adesso rispetto come un cattolico rispetta la Bibbia! Volevo a dir poco sotterrarmi! Certo, da una parte ero felice del risultato e ancora adesso conservo la pergamena con riportate quelle parole testuali e che mi hanno fatto guadagnare il premio di merito, ma dall'altra...non ricordo di essere mai arrossita così tanto come quella volta!
Il "Linguissimo" invece è stato il primo premio nazionale svizzero a cui ho partecipato: il premio consisteva nel trascorrere un weekend con dei cantautori ed altri ragazzi provenienti dalla Svizzera, e durante lo stesso sarebbero stati scelti i sei vincitori che avrebbero trascorso una settimana in una località europea a scelta. Dovevamo scrivere una composizione nella nostra lingua d'origine (nel mio caso l'italiano) e che centrava con l'argomento scelto del weekend, che quell'anno era la musica e il nostro rapporto con essa, e una presentazione di noi e dei nostri interessi in un'altra lingua nazionale (io scelsi il francese, mentre altri partecipanti scelsero il tedesco e uno solo il romancio). Passai la prima selezione e andai con altri otto ragazzi ticinesi a Lenzburg, dove trascorremmo un bellissimo weekend con altri otto finalisti provenienti sia dalla parte francese sia dalla parte tedesca della Svizzera, ed oltretutto entrammo in contatto con il cantautore Marco Zappa, il "rappresentante" della musica ticinese, e altri due musicisti molto conosciuti di cui però al momento mi sfuggono i nomi. Essendo stonatissima a livello di voce però non passai la fase successiva, ma ancora adesso per me l'aver trascorso quel weekend insieme a questi cantautori e a questi ragazzi così diversi tra di loro e con ognuno un proprio background musicale, linguistico, lavorativo, scolastico, rappresenta una bellissima vittoria e una bellissima esperienza.

Nel 2012 pubblichi il tuo primo romanzo, "Nelle mani della ribelle". Qual è stato l’input per questo nuovo libro?

Ad essere sincera non c'è stato un vero e proprio imput, quanto piuttosto un'idea: volevo provare a scrivere un romanzo rosa che fosse diverso dagli altri non solo per contenuti, ma anche per i personaggi che vi si muovevano all'interno.
Ero stufa di leggere di uomini perfetti, milionari e fin troppo sicuri di sé, come anche di vedere le solite eroine deboli, bisognose di aiuto e incapaci di fare qualsiasi cosa o di prendere una decisione in totale indipendenza! Così ho creato Leo, uomo sì di successo, sì bello e talentuoso, ma anche maschilista fino all'eccesso e disgustato dal genere femminile in sé, ed Ambra, una donna tutta d'un pezzo, vulcanica, passionale e dotata di una grinta a dir poco esplosiva.
Ad essere sincera all'inizio pensavo che litigassero ogni nove per dieci, ma a dispetto delle mie previsioni ed anche dei miei progetti in merito a questo nuovo lavoro, è capitato che il mio bassista si innamorasse alla follia della sua addetta alla strumentazione già poco prima di arrivare a metà libro...altra cosa, nel progetto originale era prevista solo una scena "a luci rosse" verso la fine del romanzo, ma a quanto pare il "mio" musicista ha trovato talmente attraente Ambra che non ha saputo resistere a...e qui non dico altro!


 


Cosa troveranno i lettori al suo interno e perché dovrebbero acquistare il tuo romanzo?

Dai pareri sentiti negli ultimi mesi, alcuni dei quali provenienti anche da critici letterari, altri editori e lettori, posso affermare che troveranno una storia coinvolgente, piena di ritmo e una love story decisamente contro corrente e che piacerà molto anche ai ragazzi oltre che alle ragazze. Difatti, cosa già strana per un rosa, l'ultima volta che sono andata a visitare la pagina facebook del mio editore c'erano ben tre nuovi "mi piace" maschili sotto la copertina del libro, inoltre alla fiera di Milano è capitato che un ragazzo, tra i dodici esposti, ha scelto proprio il segnalibro di "Nelle mani della ribelle"! Senza poi contare che ho anche ricevuto due pareri molto positivi anche da parte di due grandi nomi della musica ticinese conosciuti anche a livello internazionale, ed entrambi uomini...insomma, da quello che sto vedendo, sia Ambra che Leo si stanno creando un bel pubblico di affezionati.                                       
Mamma mia, "dovrebbero" non mi piace molto come espressione, mi dà molto l'idea di un obbligo! Diciamo che sostanzialmente, come autrice, consiglio l'acquisto del mio romanzo alle persone che vogliono leggere qualcosa di leggero, fresco, divertente e non troppo "zuccheroso", e a quei lettori che desiderano, o sono curiosi, di vedere quello che succede dietro le quinte di un concerto...non per vantarmene, ma avendo ormai alle spalle diverse esperienze in materia, ne ho veramente viste di tutti i colori, sia come fan che come membro dello staff! Tra l'altro alcune di quelle esperienze, anche se debitamente "schermate", le ho anche inserite in "Nelle mani della ribelle".
Per chi invece non è un grande amante della musica rock e delle storie d'amore, troverà comunque una parte molto abbondante dedicata ai viaggi e alla cultura di ogni luogo che visitano i BlackShark, oltre che gli atteggiamenti (reali, che quando non li ho visti io, li ha visti l'amica o l'amico di turno che è andato in quel posto e che, su mia richiesta, mi ha raccontato un po' com'è) delle persone che incontrano, e l'aspetto non meno importante del romanzo di denuncia sociale, in cui spazio molto sull'argomento della violenza sulle donne, e mandando nel contempo un messaggio molto forte, messaggio che mi ha creato non pochi problemi visto che mi sono arrivate anche delle minacce piuttosto pesanti sul blog, sulla realtà disastrosa che si nasconde dietro al mito della "ricca Svizzera", sugli abusi lavorativi e sociali che si perpetuano sul nostro territorio sia ai danni dei lavoratori italiani che di quelli ticinesi, fino ad arrivare ad altri temi ancora più scottanti e che usciranno durante il proseguo della lettura.

Durante il tour di presentazioni del tuo libro, hai vissuto delle esperienze molto interessanti. A Trieste, durante un importante festival artistico, sei salita sul palco con Alisei Apollonio(premio Campiello 2009). Raccontaci di questa esperienza.

Quella al teatro Miela di Trieste è stata un'esperienza bellissima anche se molto faticosa!
Io ed Alisei Apollonio siamo state invitate dall'artista Paolo Fusi a presentare i nostri rispettivi libri al festival indipendente "TriesteRIParte", organizzato dall'associazione "Roma RIParte".
Alisei era arrivata da Londra, io invece da Milano (un viaggio di sei ore e passa di treno, tra ritardi vari!): dato che lei è originaria di Trieste, il giorno del mio arrivo ne ho approfittato per farmi guidare da lei attraverso le vie di questa città, che non solo è affacciata su un bellissimo mare e su tre confini, ma ha avuto anche il grande onore di vedere camminare sulle sue strade scrittori del calibro di Umberto Saba, Italo Svevo e James Joyce (tra l'altro ci sono ancora le loro statue di bronzo).
La presentazione invece è avvenuta il secondo giorno, o meglio, la seconda sera! Eravamo in tantissimi tra artisti, attori, autori e via discorrendo...all'inizio eravamo previste per le undici meno dieci, ma poi alla fine abbiamo finito con il presentare alle undici e un quarto di sera! La sala bar era pienissima, ci saranno state circa cinquanta persone, e nonostante la calma apparente eravamo entrambe molto agitate!
Alla fine abbiamo realizzato comunque un bel successo e calamitato a dir poco l'attenzione, anche se al termine della presentazione ci siamo beccate un rimprovero non da poco da parte di un'attrice a causa della nostra dizione!

Il giorno seguente eri ospite nella biblioteca di Terni accanto al cantautore Carlo Ruggiero e hai fatto un incontro a dir poco ‘interessante’. Lo sveliamo ai lettori?

Eh, di incontri interessanti negli ultimi mesi ne ho fatti veramente tanti, ma la data a Terni mi ha riservato non poche sorprese!
Il bello è che quel giorno c'era uno sciopero dei treni, pertanto c'è stato un rischio molto elevato che andasse tutto all'aria! Però non mi sono scoraggiata, e così, dopo nemmeno quattro ore di sonno, mi sono svegliata alle cinque e un quarto di mattina per andare a prendere il primo (e l'unico sicuro) treno della giornata! Stento ancora a crederci di aver fatto quasi nove di viaggio, da Trieste ad Orte, poi a Terni...mamma mia, quando sono arrivata non ne potevo davvero più! Ma nonostante la stanchezza, non ho avuto il tempo di riposarmi perché la presentazione, dove oltre che da Carlo Ruggiero sono stata affiancata dal chitarrista Paolo Brunelli, iniziava un'ora e mezza dopo! Siamo andati quindi alla biblioteca di Terni...e proprio quel giorno, oltre a me, nella stessa biblioteca e alla stessa ora presentava nientemeno che Mogol, il paroliere di Lucio Battisti!
Inutile dire che l'ho incontrato anche di persona e che più di una fan di Lucio Battisti, vedendo le foto su facebook e la firma su una delle guide che mi hanno regalato alla presentazione, è diventata verde acido per l'invidia! Il giorno successivo invece ho partecipato ad una diretta su radio TNA insieme alla pianista ternana Ilaria Macedonio, bravissima e molto ma molto talentuosa.
Che spettacolo doversi dividere una singola cuffia e un unico microfono, ci siamo proprio divertite da matti! Peccato solo che tra una cosa e l'altra Francesco Franceschini, lo speaker nonché autore di un libro molto interessante e che sto leggendo, non si sia ricordato di registrare la diretta su nastro!

Sempre restando in tema di presentazioni, ti recherai in Polonia prossimamente per illustrare il tuo romanzo. Ti và di anticiparci qualcosa?

Sì, dunque, per quanto riguarda il minitour polacco, che si svolgerà dal 21 al 31 luglio, mi recherò a fare tre date in tre posti diversi. Il primo giorno sarò in un caffè letterario di Danzica, poi successivamente mi sposterò a Varsavia, infine la sera del 29 sarò a Cracovia.
Posso già dire da subito che sono molto emozionata e che non vedo l'ora di partire, non solo per farmi conoscere come autrice ed intavolare una discussione sugli argomenti di attualità presenti in "Nelle mani della ribelle", ma anche per toccare con entrambe le mani la realtà del posto, e chissà, magari come per Praga mi verrà anche qui qualche ispirazione o descrizione da infilare in un mio futuro lavoro letterario.

Ti sei cimentata sia nei romanzi che nei racconti. Quale stile senti più tuo?

Ora come ora prediligo il genere del romanzo, anche perché a differenza di un racconto, pur essendo di più difficile gestione ti permette di spaziare tra molti argomenti, oltre che naturalmente di scrivere una storia più complessa e con personaggi che si animano letteralmente sotto i tuoi occhi!
Certo, di strada per arrivare ad un livello ancora più alto ne devo fare, ma per me è già una bella soddisfazione essere riuscita a gestire un "mini romanzo" di centoquaranta pagine. Spero di riuscire a migliorare poco per volta, e sempre di più, per offrire al lettore ancora di più!

Ami viaggiare per trarre ispirazione dai tuoi scritti. Ricordi un viaggio che ti resterà sempre nel cuore?

Per quanto riguarda l'Italia, sono certa che i viaggi che mi resteranno sempre nel cuore sono quelli fatti a Chiari, dove ho incontrato una donna piena ancora d'amore e di tristezza per il marito scomparso, ma che nonostante ciò non si è lasciata abbattere ed ha avuto il coraggio di portare avanti una vecchia osteria, malgrado la stessa sia piena dei suoi ricordi e dei suoi anni felici; poi quello in Toscana, dove oltre che la terra e il calore della gente, ho apprezzato molto l'aria che vi si respirava quando calava la notte...quando se ne andavano via i turisti, Piazza dei Miracoli era a dir poco magica e a momenti mi sembrava quasi di sentire il battistero, la cattedrale e la celebre torre animarsi di vita propria...ed anche respirare; infine quello in Umbria, perché, senza andare nei dettagli che sono piuttosto "privati", in un certo senso mi ha resa una persona "nuova".
Quando sono tornata infatti non solo avevo recuperato la gioia e il desiderio di tornare ad amare, ma in più, anche se questa caratteristica mi è saltata all'occhio solo in seguito, mi ha resa meno "preoccupata" di fronte alle noie economiche, che adesso affronto con maggiore serenità, inoltre mi ha anche reso grata di quello che ho e di quello che sono. Diciamo che se prima certi dettagli mi sfuggivano o me li facevo passare sotto in un lampo, adesso ho la tendenza a godermi di più ogni aspetto della vita, anche il più piccolo ed insignificante.

Progetti futuri?

La continuazione della serie di cui fa parte "Nelle mani della ribelle", gli esami universitari e...un altro importante esordio, ma di più non svelo!

E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Figurati, il piacere è stato mio. Grazie ancora di cuore e un bacio a tutti i lettori che ci hanno seguite!

Per seguire Francesca    FRANCESCA ORELLI





 

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